Nuova grana legale di tipo antitrust per Google che questa volta finisce sotto la lente d’ingrandimento negli Stati Uniti per via di pratiche ritenute anticoncorrenziali relative al motore di ricerca. Viene chiesto di ristabilire uno scenario di mercato tale da favorire la competizione tra i diversi player e che la società rinunci ai vantaggi fin qui ottenuti attraverso le condotte ritenute non autorizzate.
Google: il motore di ricerca nel mirino dell’antitrust USA
Questi i 38 stati USA che hanno mosso le accuse: Colorado, Nebraska, Arizona, Iowa, New York, Carolina del Nord, Tennessee, Utah, Alaska, Connecticut, Distretto di Columbia, Delaware, Guam, Hawaii, Idaho, Illinois, Kansas, Maine, Maryland, Massachusetts, Minnesota, Nevada, New Hampshire, New Jersey, Nuovo Messico, Dakota del Nord, Dakota del Sud, Pennsylvania, Porto Rico, Rhode Island, Ohio, Oklahoma, Oregon, Virginia, Virginia Occidentale, Wyoming, Washington e Vermont. Costituiscono un gruppo bipartisan guidato dai procuratori generali Phil Weiser (democratico, Colorado) e Doug Peterson (repubblicano, Nebraska).
Il documento (il terzo di questo tipo dall’inizio del 2020) si riferisce a un comportamento anticoncorrenziale relativo al motore di ricerca attuato al fine di favorire i prodotti del gruppo a discapito delle alternative delle terze parti. Ne riportiamo di seguito un estratto in forma tradotta.
Google si posiziona come crocevia di così tante aree della nostra economia digitale e ha utilizzato la sua dominanza per schiavviare i concorrenti, monitorando pressoché ogni aspetto delle nostre vite digitali e traendo profitti per miliardi.
La dinamica presa in esame non è differente da quella finita più volte e per lungo tempo anche nel mirino delle autorità europee. La replica del gruppo di Mountain View è stata affidata alle pagine del blog ufficiale con un post firmato da Adam Cohen (Director, Economic Policy) in cui viene ripercorsa l’evoluzione del servizio e delle modalità di composizione delle SERP negli ultimi vent’anni.
Sappiamo che il controllo delle grandi aziende è importante e siamo preparati per rispondere alle domande e per risolvere i problemi. Questa causa legale vuole però riprogettare il motore di ricerca in modo da privare gli americani di informazioni utili e danneggiare la possibilità dei business di connettersi direttamente ai clienti.
Kent Walker, Senior Vice President of Global Affairs di bigG, ha reso noto attraverso la stampa d’oltreoceano che la società ha intenzione di contestare la decisione.
Le persone utilizzano Google perché scelgono di farlo, non perché sono forzate o perché non possono trovare alternative. Questa causa legale non fa nulla per aiutare gli utenti.