Più trasparenza nelle pratiche di assunzione del personale e 3,75 milioni di dollari: così eBay ha chiuso il confronto aperto presso le autorità statunitensi con i propri dipendenti, che accusavano l’azienda di aver stretto accordi con la concorrenza volti a contenere i salari limitando la mobilità dei lavoratori.
Il caso era stato sollevato nel 2012, con le accuse formali formulate dal Dipartimento di Giustizia statunitense: si sospettava che eBay e Intuit avessero stretto un accordo riservato con il quale si impegnavano a non assumere l’una i dipendenti dell’altra, magari in cerca di un avanzamento di carriera. Le accuse, confermate da documenti in grado di testimoniare le pratiche adottate dalle due aziende a partire dal 2006, sono sempre state smentite da eBay, convinta della legalità delle proprie azioni; tuttavia, l’azienda ha accettato di accordarsi con le autorità statunitensi, che hanno ora dato il nulla osta alla soluzione.
EBay pagherà dunque 3,75 milioni di dollari che, al netto delle spese legali, si concretizzeranno in un rimborso pari a 2,3 milioni di dollari a favore dei dipendenti danneggiati. Nel contempo, l’azienda si impegna per cinque anni a non stipulare accordi con proprie pari riguardo al trattamento e alle assunzioni dei dipendenti.
Il mercato del lavoro della Silicon Valley si prospetta dunque più trasparente a favore dei professionisti che operano nel settore IT: anche Apple, Google, Adobe e Intel hanno imboccato la strada della negoziazione per trovare una soluzione che davvero sappia ripagare i lavoratori danneggiati dalle trame relative alle assunzioni e ai salari intessute ai piani dirigenziali. L’ultimo atto del confronto, però, è stato quello di opporsi alla decisione del giudice Koh, incaricato di valutare il caso, che prescriveva un rimborso superiore a quello fissato in precedenza fra le parti .
Gaia Bottà