Mentre il procedimento europeo sul presunto abuso di posizione dominante nel mercato dei servizi di ricerca online procede con la recente risposta di Google, ed è in corso l’indagine legata alla distribuzione di Android, Google se la deve vedere in Europa con la costituzione di una piattaforma specificatamente dedicata a raccogliere le cause civili da intentare nei suoi confronti .
Che Google domini il suo mercato di riferimento, quello dei motori di ricerca online, e quelli ad essi collegati, come l’advertising online ed i servizi correlati alla montagna di informazioni sugli utenti in suo possesso è un dato di fatto ed è legittimo. Che sfrutti questa posizione dominante in maniera abusiva è invece quello che stanno cercando di valutare diverse autorità di diversi paesi.
Mentre la Federal Trade Commission (FTC) ha archiviato con un nulla di fatto le accuse per abuso di posizione dominante avanzate negli Stati Uniti nei confronti di Big G, Mountain View in Europa ha sempre dovuto rispondere colpo su colpo, cercando di spiegare alle autorità che opera solo perseguendo efficienza e servizi competitivi per i propri utenti.
Ciò nonostante diverse accuse sono state formalizzate nei suoi confronti ed ora sembrano pronte ad approfittare della situazione lo studio legale internazionale Hausfeld ed Avisa, ente che si occupa di consulenza negli affari pubblici.
Le due insieme hanno lanciato una piattaforma per offrire “alle vittime delle pratiche anticompetitive di Google un meccanismo per valutare le loro possibili rivendicazioni”: si chiama GRIP ( Google Redress and Integrity Platform ) ed in pratica serve a raccogliere tutte le possibili accuse nei confronti di Mountain View (che si tratti del motore di ricerca, di Android, di YoutTube o di altro) e gestire le possibili richieste di risarcimento nei suoi confronti.
Nel frattempo prosegue in India l’indagine aperta ormai tre anni fa dalle autorità sulla base di denunce simili a quelle europee, abuso di posizione dominante, depositate nei confronti di Google da di diversi servizi Web. Le accuse sono state ora formalizzate e Google ha 10 giorni per rispondere alla Commissione Antitrust indiana .
Claudio Tamburrino