Sospiro di sollievo per il gigante di Mountain View, liberato dalle grinfie legali delle due società asiatiche NHN e Daum Communication per la presunta adozione di pratiche commerciali scorrette sul mercato mobile. Le autorità antitrust in Corea del Sud hanno scagionato la Grande G dopo due anni di indagini , sottolineando come il suo sistema operativo Android non abbia in alcun modo danneggiato il principio di libera concorrenza .
In sostanza , la commissione sudcoreana ha riconosciuto all’azienda di Mountain View una quota di mercato vicina al 10 per cento nel settore del search sugli OS in mobilità. Insieme, le due piattaforme locali NHN e Daum Communication andrebbero invece a rappresentare il 90 per cento del mercato locale , non certo una posizione di debolezza per supportare le accuse contro Android.
Nella decisione dell’antitrust sudcoreana, Google non avrebbe in alcun modo impedito ai produttori di smartphone locali – ovviamente quelli che hanno scelto Android – di includere nei loro dispositivi le applicazioni di ricerca concorrenti della stessa BigG, arrivando addirittura a ritardare quelli colti in “violazione delle condizioni contrattuali”.
La vittoria in terra asiatica è però di segno opposto rispetto alle ultime dichiarazioni del commissario europeo alla Concorrenza Joaquin Almunia. Il colosso californiano dovrebbe infatti sforzarsi di più per risolvere la delicata questione antitrust sollevata nel Vecchio Continente da aspiranti concorrenti nel mercato del search e dell’advertising. In pratica, le documentazioni inviate all’antitrust europea non soddisfano appieno lo stesso Almunia, che si è rivolto al presidente Schmidt per sollecitare proposte di remedies più risolutive.
Mauro Vecchio