L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha aperto un’istruttoria nei confronti della Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE) “per accertare eventuali condotte abusive nel settore della gestione e intermediazione dei diritti d’autore”.
Tali indagini fanno seguito alle segnalazioni di Innovaetica S.r.l. e Soundreef Ltd. e di alcuni artisti che stanno cercando di imporsi sul mercato italiano di riferimento affidandosi a servizi alternativi e innovativi rispetto a quelli omologhi offerti dal monopolista nazionale e secondo cui SIAE avrebbe cercato indebitamente di escludere. Secondo le accuse, la collecting society avrebbe tentato di ostacolare qualsiasi tipo di concorrenza, finendo quindi per essere responsabile di abusi di posizione dominante nel settore della gestione e intermediazione dei diritti d’autore.
SIAE rappresenta infatti un ente pubblico economico a base associativa che ha finora operato in tale settore in regime di monopolio: attualmente, SIAE gestisce diritti d’autore di oltre 80.000 artisti, tra autori ed editori, italiani e stranieri (con accordi di reciprocità con le collecting society straniere), corrispondenti a un patrimonio amministrato nel 2015 pari a circa 574 milioni di euro. Nel 2015 ha realizzato un fatturato pari a circa 160 milioni di euro, di cui circa 97 milioni provenienti dal diritto d’autore e il resto da altri servizi di intermediazione.
In questa situazione, su cui AGCM si è già espressa di recente con sospetto, si stanno cercando di inserire diverse realtà. Come Innovaetica, startup alle spalle di Patamu, che consente ad autori ed editori di depositare le proprie opere per generare una prova d’autore a fini di tutela dal plagio nonché servizi di auto-riscossione del diritto d’autore che conta circa 13mila autori. E come Soudreef S.p.A., che gestisce l’omonima società di diritto iscritta nel registro delle collecting society dell’Intellectual Property Office del Regno Unito: in quanto tale, e anche sfruttato la liberalizzazione dei beni e servizi del Mercato unico europeo, Soundreef sta svolgendo dal 2011 attività nella gestione collettiva dei diritti d’autore in vari Paesi, tra cui numerosi Stati membri dell’UE e conta al momento 15mila iscritti.
In particolare, secondo le accuse, SIAE avrebbe esercitato nei confronti degli autori pressioni di vario genere per dissuaderli dal conferire mandato ad altre società , minacciato e diffidato gli utilizzatori dal pagare a società diverse la quota parte di royalty ad esse dovute, adottato condizioni economiche e non per eliminare dal mercato la concorrenza e preteso rappresentanza reciproca da tutte le società concorrenti, impedendone così l’attività di licenza diretta sul territorio italiano per il repertorio dei rispettivi artisti.
In particolare, poi, l’indagine si concentrerà sul presunto rapporto tra SIAE e ASSOMUSICA , che per il momento non ha commentato la questione, e in particolare l’eventuale adozione da parte di quest’ultima di “linee guida che indicano alle imprese associate di non stipulare accordi di licenza, né corrispondere compensi a società di gestione concorrenti di SIAE”.
La questione si gioca sull’interpretazione della nozione di abuso di posizione dominante, rispetto alla liberalizzazione dei servizi in base alle direttive europee, in particolare la Direttiva 2014/26/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, detta Direttiva Barnier , che afferma la libertà di scelta nel settore da parte degli artisti degli intermediari per la gestione dei loro diritti, e l’ Articolo 180 della legge italiana 22 Aprile 1941 numero 633 secondo cui “l’attività di intermediario è riservata in via esclusiva alla Società italiana degli autori ed editori”. Sulla normativa nazionale di settore, peraltro, proprio nei giorni scorsi l’Unione Europea si è rivolta al governo italiano ribadendo, come affermato in passato, i vantaggi che l’apertura del mercato apporterebbe allo scenario.
In una nota ufficiale la Società autori ed editori, presieduta da Filippo Sugar, informa che “sta fornendo e ha interesse a fornire la massima collaborazione ed è fiduciosa sugli esiti dell’istruttoria”. Sounreef ha invece accolto la decisione di aprire un’indagine come un segno positivo verso l’apertura del settore.
Claudio Tamburrino