Le spire dell’antitrust sembrano iniziare a trarre le conclusioni finali nei confronti di due dei maggiori big a livello mondiale del settore IT, ovvero Microsoft e Intel: mentre l’azienda di Redmond, nonostante alcuni progressi in materia di buona condotta, si prepara a fronteggiare altri 18 mesi di osservazione speciale da parte delle autorità statunitensi, il chipmaker potrebbe presto vedersi recapitare una salatissima multa da parte dell’Unione Europea per l’infinita vicenda che vede Intel accusata di ostacolare la competitività sul mercato ai danni dello storico rivale AMD.
Chiunque avesse pensato che si fossero quasi esauriti gli strascichi di quello che è stato definito da molti come uno dei processi più complessi e controversi in materia di antitrust, dovrà ricredersi: l’ accordo firmato nel 2002 da parte di Microsoft, che metteva sotto stretta osservazione l’azienda di Redmond per 5 anni, salvo poi concedere un’ estensione di ulteriori 24 mesi, verrà prorogato di altri 18 mesi . In tal modo, la deadline ufficiale utile all’azienda per adempiere agli impegni presi in seguito allo storico accordo è stata spostata dal novembre 2009 al maggio del 2011.
“Nonostante i progressi fatti da Microsoft nel risolvere i problemi relativi alla documentazione tecnica richiesta per comunicare i protocolli del programma di licenze, il tutto non sarà pronto entro novembre. ha dichiarato Steven Houck, legale che rappresenta alcuni degli stati che hanno citato in giudizio l’azienda di Redmond – È necessario che vengano garantiti ulteriori test prima di certificare alla corte che la documentazione fornita sia ragionevolmente completa ed accurata”.
L’ipotesi di un’ulteriore proroga, avanzata negli scorsi giorni da parte del DOJ statunitense dovrebbe essere accordata da parte del giudice Colleen Kollar-Kotelly entro breve tempo: questo provvedimento porta così ad 8 anni e mezzo il periodo di osservazione cui l’azienda dovrà sottoporsi. Nonostante non sia prudente azzardare ipotesi prima del tempo, la sensazione corrente è che, scaduta la nuova proroga, non ve ne saranno altre: “Credo che siamo finalmente sul binario giusto, poiché tutte le parti in causa si sono dichiarate disposte ad impegnarsi a far funzionare la procedura” ha commentato il giudice.
Nel mentre, dall’altra parte dell’Atlantico sarebbero trapelate le prime indiscrezioni relative ai procedimenti che l’antitrust europeo dovrebbe attuare nei confronti di Intel, più volte accusata di aver agito in maniera illegale per indurre non solo vari produttori a preferire i suoi prodotti a quelli del rivale AMD, ma anche per aver promosso forti sconti sui propri prodotti per invogliare gli utenti a preferirli a quelli della concorrenza.
Secondo alcune fonti, nascoste nell’anonimato, citate da Bloomberg , sarebbe quasi pronto il documento di oltre 500 pagine contenente i provvedimenti disciplinari a carico dell’azienda: secondo le due gole profonde, si tratterebbe di una vera e propria stangata quella che la Commissione Europea starebbe preparando per il chipmaker, che sarebbe costretto a pagare una salatissima multa in abbinamento al divieto di imporre sconti ai partner commerciali del ramo hardware in materia di vendita dei propri prodotti.
Come ricorderanno i lettori di Punto Informatico sono numerosi i provvedimenti già presi da organi diversi nei confronti dell’azienda di Santa Clara, in un crescendo di accuse che risale all’ormai lontano 2001. Secondo gli informatori, notizie ufficiali relative al report visionato in anteprima saranno divulgate nelle prossime settimane, tempo che potrebbe essere sufficiente anche per formulare una decisione finale sul caso. Per quanto riguarda la sanzione pecuniaria, non è dato al momento sapere nulla sul probabile importo che l’azienda dovrà sborsare: a tal proposito dovrebbe essere decisivo un meeting delle autorità che fisseranno la cifra, che sarà infine sottoposta al vaglio dalla commissione prima di essere notificata ad Intel.
Al momento, comunque, non sembra esserci maniera per confermare quanto dichiarato dalle anonime fonti, ragion per cui il condizionale è d’obbligo su tutta la vicenda. Intel, dal canto suo, definisce la notizia come frutto di chiare, semplici e fantasiose ipotesi: “Non abbiamo alcun mezzo per stabilire se quanto dichiarato sia vero o meno” ha dichiarato Chuck Mulloy, dirigente dell’azienda. “L’intera storia – continua – ci sembra speculativa e quindi abbiamo deciso di declinare ogni ulteriore commento”.
Vincenzo Gentile