Roma – Ammonta complessivamente a 1.205.000 euro la somma delle sanzioni deliberate dall’ Antitrust nei confronti di Zero9, Telecom Italia, Vodafone, Wind e 3 Italia. Un ventaglio di multe sventolato verso le cinque aziende, ritenute responsabili della diffusione di un messaggio pubblicitario che ha costituito, secondo l’Authority, una fattispecie di pratica commerciale scorretta.
La notizia viene segnalata da Altroconsumo , che annuncia l’accoglimento – da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – del ricorso presentato dall’Associazione contro Zero9 e i quattro operatori mobili.
“Tra il dicembre 2007 e il marzo 2008 – spiega Altroconsumo – sul sito internet zero9.it era stato diffuso un messaggio ingannevole incentrato su un claim che prospettava la possibilità di inviare un certo numero di SMS gratuitamente, ma in realtà riguardava una proposta di abbonamento a un servizio di suonerie e di altri contenuti per cellulare”.
Sul caso è stato inoltre chiesto il parere dell’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni , che ha sottolineato come il messaggio (nell’immagine a destra) non evidenziasse adeguatamente i contenuti e le condizioni del servizio, enfatizzando la gratuità degli SMS offerti e omettendo la vera natura dell’offerta, ossia “un abbonamento a un servizio di ricezione di contenuti multimediali, riportato in una nota di carattere e grafica sproporzionate rispetto al claim “, contenente un messaggio ritenuto idoneo ad “orientare indebitamente le scelte dei consumatori”.
Consumatori che, osserva Altroconsumo, si identificano prevalentemente in adolescenti. Ma c’è di più: “chiunque – aggiunge l’Associazione – può attivare il servizio (semplicemente mandando un SMS) anche su un numero diverso dal proprio (non ci sono infatti adeguati controlli)”.
Su questi presupposti, l’Antitrust ha così irrogato le seguenti sanzioni:
– 155mila euro per Zero9
– 315mila euro per Telecom Italia
– 285mila euro per Vodafone
– 265mila euro per Wind
– 185mila euro per 3 Italia.
L’Autorità ha giudicato gli operatori “corresponsabili per la diffusione della pratica commerciale oggetto di contestazione”, rappresentata “da un messaggio pubblicitario diffuso via internet” e “suscettibile, pertanto, di aver raggiunto un numero considerevole di consumatori”. Sarebbe interessante verificare – ma difficilmente sarà possibile farlo – il volume d’affari e i profitti generati dalle cinque aziende dalla fruizione (anche inconsapevole) di questa offerta e capire in che misura queste sanzioni si rivelino realmente efficaci affinché questo caso possa essere costituire un monito e un esempio per gli operatori del settore.
Ma i guai da suoneria potrebbero non essere finiti qui per TIM: Cittadinanzattiva annuncia infatti di aver inoltrato ieri un esposto-denuncia all’Antitrust. Oggetto della segnalazione, lo spot televisivo relativo al “Concorso TIM 4 500 al giorno” in onda in questo periodo e pubblicato sul sito web dell’operatore. Lo spot, secondo quanto segnalato all’Authority, invita alla partecipazione ad un concorso che mette in palio le 500 attraverso una chiamata o un SMS/MMS del costo di 1,20 euro. “In realtà – spiega Cittadinanzattiva – così facendo si acquista un contenuto digitale (suonerie, sfondi animati) da poter scaricare sul cellulare. A ciò, segue un nuovo messaggio da parte di TIM che invita l’utente a rispondere ad un quiz di molte domande, e per ogni risposta si paga 1,20 euro”.
Cittadinanzattiva spiega che chi risponde a tutte le domande del quiz può arrivare a spendere circa 40 euro ed evidenzia quelli che ritiene elementi di ingannevolezza e scarsa trasparenza: “La partecipazione al concorso non è subordinata alla semplice telefonata o all’invio di SMS/MMS, ma all’acquisto di un contenuto digitale e al successivo quiz, del quale non vi è alcuna informazione nello spot televisivo”. Inoltre, le condizioni pubblicate via web non evidenzierebbero adeguatamente il costo degli SMS “e il regolamento illustra solo la parte dei contenuti digitali: non vi è alcuna spiegazione sui costi aggiuntivi e sul quiz”.
“Simili episodi – osserva Giustino Trincia, responsabile delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva – indicano come l’attenzione generale deve concentrarsi anche nei confronti di quei messaggi pubblicitari particolarmente aggressivi e fuorvianti, al fine di promuoverne un boicottaggio mirato e una rapida rimozione”.
Dario Bonacina