Dulles (USA) – Gli sviluppatori israeliani di ICQ , che ormai da anni lavorano al soldo di America Online , stanno tentando di innovare un concetto, quello di instant messaging (IM), da loro stessi portato in auge verso la metà degli anni ’90. Il primo passo è stato il rilascio, nelle scorse ore, di ICQ Lite Edition 4.0, una nuova versione del celebre client di IM che fa della leggerezza e della modularità i suoi punti chiave.
Molti utenti ICQ lamentano l’eccessiva complessità e sovrabbondanza di funzioni raggiunta negli anni da questo popolarissimo sparamessaggini; due fattori che, insieme all’introduzione degli ingombranti banner pubblicitari, ha inevitabilmente finito per gonfiare e appesantire l’anziano client.
Ad affiancare le alternative, come Trillian e Miranda , arrivò nel 2002 un nuovo client ufficiale di ICQ più leggero e più semplice: ICQ Lite . Questo cucciolo di ICQ integrava solo le funzionalità di base ed offriva un’interfaccia più sobria e razionale.
Con il nuovo ICQ 4.0, la versione Lite diviene di fatto il client standard, questo soprattutto in conseguenza del successo riscosso fra gli utenti. La versione classica, ICQ Pro, potrebbe rimanere in vita ancora per qualche tempo, ma il suo sviluppo è di fatto già fermo. Il futuro è rappresentato infatti dalla nuova piattaforma modulare, chiamata Xtraz, che accompagna il rinnovato ICQ Lite.
Xtraz si basa su di un’application programming interface (API) aperta che chiunque, anche il singolo utente, potrà presto utilizzare per sviluppare nuovi plug-in per ICQ 4.0. Con Xtraz il team di sviluppo di AOL sembra essersi ispirato ad alcuni client open source, primo fra tutti Miranda, le cui funzionalità possono essere estese attraverso l’integrazione di moduli esterni. Xtraz fa però un passo avanti e, ispirandosi al concetto di web service, utilizza plug-in scritti in HTML, DHTML e/o Flash che girano sul server: in questo modo l’utente può installare nuove funzionalità e servizi senza la necessità di dover scaricare i relativi add-on e senza preoccuparsi degli aggiornamenti. Questo, per lo meno, è quello che promette AOL: se tale meccanismo sia davvero efficiente, e soprattutto sicuro, lo si saprà solo dopo che un sostanzioso numero di utenti sarà migrato al nuovo ICQ.
Ogni plug-in sviluppato da terze parti, prima di diventare pubblicamente disponibile, dovrà ricevere l’approvazione di un apposito staff tecnico di ICQ. Questo processo di revisione sarà varato nell’arco dei prossimi mesi.
ICQ 4.0 cela Xtraz in un menù a scomparsa che visualizza diverse selezioni predefinite, divise per categorie, corrispondenti alle funzionalità più richieste dagli utenti: la lista dei plug-in disponibili sul server viene aggiornata automaticamente.
AOL fornisce già un certo numero di componenti opzionali basati su Xtraz, fra cui uno per inviare cartoline virtuali, uno per uploadare foto sul server e diversi giochi. Il colosso americano si aspetta che siano proprio i giochi, soprattutto quelli multiplayer, a costituire la killer application del nuovo ICQ: per il momento quelli disponibili sono tutti gratuiti, ma in futuro è probabile che AOL introduca titoli multigiocatore a pagamento o accessibili attraverso un canone di abbonamento.
Fra le altre funzionalità di maggior rilievo che accompagnano il nuovo ICQ ci sono Follow Me e ICQ Devils : la prima consente di inviare un messaggio SMS a quegli utenti che siano lontani dal PC; la seconda permette agli utenti di personalizzare l’aspetto e il comportamento della finestra dei messaggi, chiamata SuperMessage: quest’ultima non è troppo dissimile da quella classica se non per il fatto di includere, di lato, un pannello per l’accesso veloce a contatti, SMS, cartoline, messaggi di gruppo, ecc.
Insieme alla versione beta di ICQ 4.0, scaricata da oltre 30.000 utenti, AOL ha lanciato anche Universe, un network dedicato alla comunità di utenti di ICQ che, secondo l’azienda, “facilita la socializzazione”.
ICQ è il quarto client di IM più diffuso al mondo e, attualmente, viene utilizzato ogni giorno da circa 8 milioni di utenti attivi: di questi, l’80% parla una lingua differente da quella inglese.