È finita ancora una volta nel mirino legale dei grandi editori, in particolare dell’agenzia di stampa statunitense Associated Press (AP). Una nuova denuncia contro Meltwater, agenzia di pubbliche relazioni specializzata in servizi a pagamento di monitoraggio di notizie digitali. Ovvero basati sull’invio ai clienti di avvisi con gli specifici indirizzi delle news online che nominano aziende e argomenti per loro interessanti .
Il CEO di AP Tom Curley non ha certo esitato nel descrivere Meltwater come un “servizio parassita”, che sfrutta i contenuti originali prodotti dagli editori per guadagnare con le attività di crawling sul web . Erano stati i giudici dell’Alta Corte di giustizia britannica a stabilire che i grandi aggregatori di notizie dovessero risarcire i vari publisher per la distribuzione di link a contenuti coperti dal copyright.
Stando ai dettagli della causa depositata dai legali di AP, i vertici del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale avrebbero deciso di interrompere il contratto di fornitura delle notizie con la stessa agenzia di stampa a stelle e strisce. Meglio virare su Meltwater, il cui servizio in abbonamento annuale costa circa 5mila dollari . A partire dalla ricerca web su oltre 160mila fonti giornalistiche.
Il servizio è stato ora accusato di violazione massiva del copyright, nello specifico quello detenuto da AP per i suoi dispacci d’agenzia. I vertici di Meltwater hanno immediatamente risposto al fuoco, sottolineando come il servizio offerto ai clienti sia perfettamente simile a quello di un comune motore di ricerca . Le attività di monitoraggio e aggregazione delle notizie sarebbe dunque in linea con le leggi vigenti negli Stati Uniti.
Mauro Vecchio