La battaglia di Associated Press contro i pirati delle news continua, senza esclusione di colpi: il consiglio di amministrazione dell’agenzia di stampa di New York ha annunciato l’intenzione di “creare un registro per le news che etichetterà e rintraccerà tutti i contenuti online di AP per assicurarsi che siano conformi ai termini d’uso”. Ogni articolo verrà, dunque, controllato per evitare appropriazioni indebite da parte di aggregatori di news e blog .
“Il sistema – ha spiegato nel dettaglio un recente comunicato stampa di AP – registrerà informazioni chiave volte a identificare gli elementi descrittivi di ogni articolo distribuito, così come i termini d’uso legati a quel determinato contenuto, e utilizzerà un segnale interno che avviserà AP sui modi con cui l’articolo viene utilizzato”. La tecnologia pensata da Associated Press è stata sviluppata dal suo partner britannico Media Standards Trust e, stando alle dichiarazioni del vicepresidente di AP Jim Kennedy, entrerà in una fase di testing alla metà di novembre, per poi essere implementata su tutti i contenuti entro la fine del 2009 .
“Quello che stiamo costruendo qui è un metodo per permettere al buon giornalismo di sopravvivere e crescere prospero – ha dichiarato il CEO di AP Dean Singleton – questo registro darà la possibilità alla nostra azienda di proteggere i suoi contenuti online, rendendoci sicuri di poter continuare ad offrire una professionalità originale, prestigiosa e indipendente”. Questo il cuore dell’iniziativa della cooperativa statunitense di organi d’informazione che ha voluto salvaguardare la sua proprietà intellettuale, rispondendo così alla domanda “perché costruire un registro per le news?”, prima tra le 11 FAQ sul sito ufficiale.
Al momento, questo involucro digitale ricoprirà soltanto i testi, ma AP ha mostrato tutta l’intenzione di espanderlo ad immagini e video, arrivando entro il 2010 ad una protezione totale , estesa a tutti i contenuti prodotti da tutti gli organi d’informazione che fanno parte del suo network globale. Nel frattempo, continuerà ad essere attivo il servizio fornito da Attributor per rintracciare usi non autorizzati tra i marosi del web. Come, ad esempio, quelli di Google News, continuamente accusati da New York di appropriarsi dei contenuti senza rispetto per la creatività degli autori originali.
A Mountain View le posizioni non sono poi cambiate molto, ben ancorate all’idea che l’aggregazione favorisca, anziché derubare, le grandi organizzazioni della stampa internazionale. “Crediamo che i motori di ricerca – ha dichiarato Gabriel Stricker, portavoce di Google – siano un vero beneficio per gli editori dal momento in cui dirigono un traffico web molto proficuo verso i loro siti, collegandoli con i lettori di tutto il mondo”.
Mauro Vecchio