iMilk e Syrup sono due diverse applicazioni che trasformano lo smartphone in un bicchiere virtuale di latte e che innalzano l’inutilità a campo di battaglia legale . Ad avere la pazienza di ascoltare i due sviluppatori Hershey e Hottricksdue è stata la corte distrettuale di Harrisburg, Pennsylvania.
Il giudice John E. Jones III di Harrisburg, una volta rilevato che un’applicazione per telefonino costituisce un’impresa lucrativa (in un settore sempre più remunerativo), ha accolto la causa che vedeva contrapposti i due sviluppatori, autori di due diverse app che in modo simile trasformano il cellulare in un bicchiere di latte da (virtualmente) sorseggiare o sorbire con una cannuccia.
Lo sviluppatore Hershey si era rivolto alla corte per chiedere una dichiarazione preliminare che attestasse la non infrazione della sua app Syrup rispetto a iMilk di Hottrix, che dal suo esordio nel 2007 ha registrato un discreto successo per un’app d’intrattenimento da 2,99 dollari.
Hottrix, il creatore anche di iBeer e iSoda, ha dunque controdenunciato Hershey chiedendo 12 milioni di dollari di danni , per infrazione del codice di iMilk e dell’immagine in essa proposta, ricreata per assicurare il medesimo “look and feel”.
Il tribunale si è trovato a dover giudicare il funzionamento delle app, rilevando che, semplicemente, assolvevano al medesimo compito nella medesima maniera: generare sullo schermo del cellulare l’immagine di un bicchiere di latte, in grado di dare l’impressione di poter essere bevuto dall’utente. In più, poi, l’app di Hershey dà la possibilità di aggiungervi dello sciroppo (da qui il nome Syrup) di cioccolato.
La tesi difensiva di Hershey accusava Hottrix di non avere alcuna proprietà intellettuale sull’idea chiamata in causa e dichiara che le due app sono sostanzialmente non simili. Hottrix controbatteva affermando che non ha rivendicato l’idea di un’ app per bere latte , ma accusato l’avversario di aver replicato gli elementi protetti dalla sua proprietà intellettuale (i codice alla base dell’app e il suo aspetto negli elementi fondamentali riconosciuti dal pubblico).
Il giudice Jones ha rilevato che in effetti le somiglianze sono preponderanti sulle differenze e che Hershey non solo è colpevole di aver infranto la proprietà intellettuale di Hottrix, ma anche di aver infranto le regole della concorrenza leale nel momento in cui ha sfruttato il nome di iMilk e il “look and feel” delle applicazioni del concorrente.
Claudio Tamburrino