L’app che sarà utilizzata in Italia per il contenimento del contagio nella cosiddetta “fase 2” si chiamerà Immuni. Al momento non se ne può vedere alcuna demo, né sarà ancora disponibile per alcune settimane, ma da alcune ora è noto chi la andrà a produrre ed alcuni primi dettagli sulla forma contrattuale del rilascio.
Immuni, l’app di contact tracing scelta
Tra le premesse alle disposizioni finali, si legge che “la società Bending Spoons S.p.a., esclusivamente per spirito di solidarietà e, quindi, al solo scopo di fornire il proprio contributo, volontario e personale, utile per fronteggiare l’emergenza Covid-19 in atto, ha manifestato la volontà di concedere in licenza d’uso aperta, gratuita e perpetua […] il codice sorgente e tutte le componenti applicative facenti parte del sistema di contact tracing già sviluppate, nonché, per le medesime ragioni e motivazioni e sempre a titolo gratuito, ha manifestato la propria disponibilità a completare gli sviluppi informatici che si renderanno necessari per consentire la messa in esercizio del sistema nazionale di contact tracing digitale“.
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L’app sarà pertanto concessa a titolo gratuito, sviluppata da un gruppo con solida esperienza internazionale nello sviluppo sulle due maggiori piattaforme e sarà disponibile secondo le prime indicazioni trapelate entro alcune settimane. Al momento non v’è cenno all’interazione con la piattaforma immaginata da Apple e Google per il tracciamento, ma è del tutto presumibile che le parti opereranno in sinergia; nota, invece, la collaborazione in fase di sviluppo con il Centro medico Santagostino.
L’app è stata scelta, come da indicazioni del testo di nomina, a seguito delle valutazioni del “gruppo di lavoro data-driven per l’emergenza Covid-19“: varie le proposte ricevute, ma la proposta della Bending Spoons è quella “ritenuta più idonea per la sua capacità di contribuire tempestivamente all’azione di contrasto del virus, per la conformità al modello europeo delineato dal Consorzio PEPP-PT e per le garanzie che offre per il rispetto della privacy“. Il suo funzionamento non si basa sulla geolocalizzazione GPS, ma sulle connessioni Bluetooth circostanti sulle quali vi sarà tracciamento per le notifiche successive come da progetto già tracciato a Cupertino e Mountain View.
Quel che sappiamo ad oggi è che l’uso sarà facoltativo, ma che per avere un impatto importante l’app dovrà essere scaricata ed utilizzata (con tanto di attivazione della connessione Bluetooth) da almeno il 60% della popolazione. L’elemento chiave sembra essere proprio quello quantitativo: gli sviluppatori riusciranno a farcire l’app di servizi al punto da renderla utile ad una molteplicità di funzioni e quindi tale da renderne “forzato” l’uso? Ed è questa la migliore delle strategie per contenere il contagio? Sicuramente è una delle strategie, non l’unica, ma si tratta di un’app concessa a titolo gratuito, sviluppata in breve tempo e potenzialmente in grado di fornire indicazioni valide per il distanziamento sociale e le potenzialità di contagio: ogni giudizio rimane sospeso, in attesa di valutarne le singole funzionalità.
Cos’è la Bending Spoon
Bending Spoons S.p.A. (P.IVA 08931860962) è una PMI Innovativa (PMII) sita in Corso Como 15, 20154, Milano. Bending Spoons fu costituita il 13 gennaio 2015 a Milano. […] Bending Spoons si occupa di sviluppare software. In particolare, Bending Spoons è specializzata nella creazione e distribuzione di app mobili. Una parte molto significativa delle spese sostenute da Bending Spoons è rivolta ad attività di ricerca e sviluppo, principalmente nell’ambito del design e dell’implementazione di nuove app o del miglioramento di app esistenti, e in quello dello sviluppo di nuove tecnologie e strumenti sottostanti lo sviluppo delle app stesse.
I fondatori del gruppo sono i vari Matteo Danieli, Luca Ferrari, Tomasz Greber, Francesco Patarnello e Luca Querella: 118 gli “spooners” complessivi, per un gruppo che ad oggi risulta avere in portfolio app quali “Yoga Wave”, “30 day fitness”, “Slideshow”, “ReadIt”, “Video Music”, “Live Quiz”, “Crashlands” e altre ancora.
Va segnalato come l’azienda, attraverso la collaborazione con l’iniziativa #ViralForGood ha contribuito ad una raccolta fondi per la Protezione Civile che ha già superato il milione di euro.