Sono passati soltanto pochi giorni da quando l’Italia era ferma a contestare i sistemisti responsabili della debacle dell’app IO; sono passati soltanto pochi giorni da quando tutto il Piano Cashless Italia sembrava fallimentare perché per 48 ore non era stato possibile accedere all’app e registrare i propri sistemi di pagamento; sono passati soltanto pochi giorni da quando centinaia di “sviluppatori” insegnavano come si sarebbe dovuto sviluppare, migliaia di “manager” come si sarebbe dovuto progettare e milioni di “politici” come si sarebbe dovuto organizzare l’avvio del piano di cashback.
A distanza di pochi giorni, però, sembrano tutti spariti. Quando sembrava facile immaginare un superamento di slancio di quota 10 milioni di download, invece, ecco improvvisamente il grafico smontarsi. La domanda è dunque semplice: dove sono andati tutti?
Dove sono andati tutti?
I dati aggiornati sui download dell’app IO dicono chiaramente che quanto accaduto tra il 5 e il 10 dicembre è stata una parentesi unica, irripetibile, anomala e fuorviante. Improvvisamente, infatti, si è passati dagli 872 mila download del 10 dicembre ai 78 mila del giorno successivo, per scendere ulteriormente e arrivare ai 15 mila circa che saranno registrati alla fine della giornata di oggi in un trend linearmente al ribasso. Insomma: dopo la grande abbuffata improvvisa del pre-cashback, si è tornati ai livelli di download dell’estate, quando l’eco dei Bonus Vacanze era ormai sopito e l’interesse per l’app IO era soltanto l’attesa per i servizi promessi in attivazione (gran parte dei quali arriveranno soltanto nei mesi a venire con la collaborazione delle pubbliche amministrazioni locali).
Oggi sono poco più di 9 milioni i download registrati, il 70% dei quali su Android ed il resto su iOS. Ma il ritmo è crollato, come se si fosse raggiunta una sorta di soglia che a questo punto deve fare riflettere: se anche Immuni ha di poco superato quota 10 milioni di download, e se IO si sta per arenare attorno a quota 9/10 milioni, c’è forse un qualche elemento di resistenza a limitare la crescita di progetti digitali di questo tipo. Il bacino utenti è così limitato? Di cosa è composta questa soglia critica? La combinazione tra strumenti hardware, software e nozionistici è tale da circoscrivere l’utenza potenziale ad una cifra tanto risicata? L’inerzia al cambiamento e la resistenza all’innovazione è tanto forte da soffocare ogni velleità ulteriore? Sarebbe un grave problema, perché significherebbe che a venire meno è anzitutto il vero potenziale, cosa su cui soltanto il ricambio generazionale potrà agire.
[gallery_embed id=175777]
L’ultimo aggiornamento sui cittadini iscritti al piano Cashback è relativo al 9 dicembre, quando erano 2,8 milioni le attivazioni registrate. Il giorno successivo è avvenuto il picco delle iscrizioni, dopodiché le attività sono state più che altro di aggiunta di sistemi di pagamento, di comprensione delle varie limitazioni e della verifica dei primi pagamenti in arrivo.
Non possiamo sapere ad oggi quanti siano gli italiani che hanno attivato il cashback, anche perché i numeri vanno combinati tra app IO e issuer convenzionati: non resta che attendere nuovi numeri ufficiali di aggiornamento. Ma una considerazione è presto fatta: dato il basso numero di attivazioni e l’alto numero di utenti premiati dal cashback “super” (1500 euro ai 100 mila utenti che faranno più pagamenti digitali dal 1 gennaio ed entro il primo semestre del 2021), mai come in questo caso sarà “facile” vincere una cifra simile. Per chi ha già attivato i pagamenti ed è già attivo negli acquisti (di qualsiasi cifra, anche minima), l’occasione è ghiotta. E va ben oltre i “soli” 150 euro massimi di cashback ottenibili.
Edit: l’articolo è stato corretto con una rettifica relativa alla tempistica del “Supercashback”.