Questa volta il magico mondo delle applicazioni Apple deve fare i conti con un muro di critiche feroci: la nuova app cura-gay ha scatenato una valanga di polemiche per il suo fantomatico obiettivo di “liberare dall’omosessualità”.
La Mela è stata immediatamente accusata di discriminazione anti-gay dopo la petizione lanciata da Truth Wins Out , organizzazione non profit che combatte l’estremismo religioso ostile agli omosessuali e che invoca a gran voce l’intervento di Steve Jobs affinché rimuova immediatamente l’applicazione.
Quest’ultima è stata prodotta da Exodus International , “progettata per essere una risorsa utile per uomini, donne, genitori, studenti e leader religiosi”. Da quanto si legge sul sito web dell’organizzazione cattolica, l’applicazione sembrerebbe aver ricevuto da Apple la catalogazione 4+ per il fatto di non presentare contenuti riprovevoli.
Del parere esattamente opposto sono le decine di migliaia di attivisti e semplici cittadini secondo i quali la discussa applicazione si qualifica come “odiosa” e “bigotta”. I produttori sosterrebbero di offrire “la libertà dall’omosessualità attraverso il potere di Gesù Cristo” usando tattiche allarmistiche, informazioni false, stereotipi e distorsioni sulla vita LGBT per reclutare adepti.
Secondo i critici, si parlerebbe della cosiddetta “terapia riparativa” per modificare l’orientamento sessuale dei consumatori nonostante il fatto che tale forma di “cura” sia stata rifiutata da tutte le più grandi organizzazioni mediche, tra cui la American Counseling Association : la terapia riparativa, dicono, non è solo cattiva medicina, ma anche un danno enorme per l’autostima e la salute mentale delle sue vittime.
Nella petizione, che ha già ricevuto più di 99mila firme, Truth Wins Out si rivolge al CEO di Apple e agli altri dirigenti affinché cancellino l’applicazione, appellandosi ai principi dell’azienda stessa secondo i quali “qualsiasi app diffamatoria, offensiva, meschina o diretta a danneggiare particolari individui o gruppi non sarà accettata”. In uno stralcio dell’appello si legge: “Apple non ammette nel proprio app store applicazioni razziste o antisemite, mentre, invece, autorizza il commercio di un’app che colpisce i fragili giovani della comunità LGBT con un messaggio secondo il quale il loro orientamento sessuale è un peccato”.
Da parte sua, Cupertino non ha ancora risposto né commentato. Sullo store italiano, l’app si è già beccata più di 30 recensioni negative, con un gran numero di utenti che si sono esposti nel criticarne duramente il contenuto.
Cristina Sciannamblo