Tanto tuonò, che piovve. Il putiferio scatenato dal rifiuto di Google Voice sembrerebbe destinato ad apportare qualche cambiamento reale alle policy di Cupertino riguardo l’App Store per iPhone, avviato (probabilmente) a essere meno selettivo rispetto alle scelte di sviluppatori e utenti .
Che si tratti di un tentativo di anticipare la mannaia regolatoria della Federal Communications Commision statunitense o del genuino tentativo di aprirsi a più ampi orizzonti, Apple mostra segnali di ripensamento nei confronti di alcune di quelle App già cassate come il già citato emulatore di Commodore 64 (peraltro dotato di tutte le licenze ufficiali del caso).
Oppure Start Mobile Wallpaper Gallery , finita nel cestino per presunta denigrazione di figure pubbliche, nella fattispecie a causa dell’utilizzo della celebre illustrazione Hope realizzata da Shepard Fairey per la campagna presidenziale di Barack Obama. In taluni casi di stroncatura precoce, Apple starebbe contattando gli sviluppatori per chiedere loro di rispedire le App iniziali senza alcuna modifica, promettendo un processo di “revisione accelerata” per quella che a questo punto appare come una più che probabile accoglienza ufficiale delle appliance nello store .
Qualcuno ipotizza anche una possibile soluzione “terza” alla querelle su Google Voice, con l’appliance “simil-VoIP” di Mountain View accettata sullo store ma limitata nelle sue funzionalità e costretta a fornire i suoi servigi solo su rete WiFi. In tal modo, dicono i bene informati, si potrebbero tenere assieme le esigenze di competitività imposte dal mercato e dagli organismi di controllo (ancora la FCC) con quelle di chi vorrebbe garantire le necessità di management del traffico del carrier AT&T.
La vera prova del nove del mutato comportamento di Apple la si potrà però avere probabilmente in occasione della valutazione di Raphsody, il servizio di streaming musicale a pagamento per cui Real ha appena ultimato un’ applicazione specifica per iPhone . L’appliance prevede la possibilità di fruire di ascolti musicali illimitati tramite WiFi, UMTS/3G e GSM/Edge al costo di 15 dollari al mese, con la possibilità dello streaming offline al primo update utile (2.0) dell’applicazione. Sempre che, ovviamente, Cupertino approvi Raphsody aprendo conseguentemente le porte a potenziali concorrenti del servizio musicale casalingo offerto da iTunes .
Alfonso Maruccia