La Commissione europea potrebbe infliggere una multa ad Apple e imporre l’eliminazione della cosiddetta clausola anti-steering che vieta agli sviluppatori di segnalare agli utenti l’esistenza di un metodo di pagamento alternativo. L’indagine antitrust è stata avviata in seguito alla denuncia presentata da Spotify oltre quattro anni fa.
Multa e ban per Apple?
La software house svedese aveva denunciato Apple perché sfrutterebbe la sua posizione dominante per imporre il sistema di pagamento in-app proprietario e impedire l’inserimento di link che portano l’utente all’esterno di App Store, ovvero alla pagina dello sviluppatore predisposta per la sottoscrizione dell’abbonamento.
Nella prima comunicazione degli addebiti di fine aprile 2021 erano incluse queste sue pratiche anticoncorrenziali. Nella seconda comunicazione di fine febbraio 2023 è stato eliminato il riferimento al sistema di pagamento, mentre è rimasto quello relativo alla clausola anti-steering.
Apple ha dichiarato che, dall’inizio del 2022, Spotify e altri servizi di streaming musicale possono inserire un link nelle app che porta al sito esterno. Questa modifica, valida per le cosiddette “reader app”, è stata introdotta in seguito all’accordo con l’autorità antitrust giapponese (ma è valida in tutto il mondo).
Spotify ha tuttavia evidenziato che le restrizioni esistono ancora e che i cambiamenti sono solo apparenti. La decisione della Commissione europea è prevista all’inizio del 2024. Oltre al ban della clausola anti-steering, Apple rischia una multa fino al 10% delle entrate annuali globali (circa 38 miliardi di dollari, in base all’ultimo bilancio).
A partire dal 7 marzo 2024 verrà pienamente applicato il Digital Markets Act. La legge vieta ad Apple (e altri gatekeer) di favorire i servizi proprietari, come il sistema di pagamento in-app. Inoltre consentirà l’installazione di app store alternativi e il sideloading delle app.