Una serie di domande e risposte, per ribattere a critiche che avrebbero più volte sfiorato toni da minaccia di morte. A pubblicarla sul proprio blog sono stati i vertici di Lodsys LCC , società texana specializzata in attività di licensing legate alla tutela di decine di brevetti.
Accusati di essere dei veri e propri patent troll , i responsabili di Lodsys LCC hanno così cercato di fugare ogni dubbio in seguito ai minacciosi documenti inviati ad un gruppo di sviluppatori operativi su iOS. Che dovrebbero pagare di tasca propria per il presunto sfruttamento indebito di una tecnologia legata alle applicazioni a pagamento su App Store .
Le attività legali intraprese da Lodsys LCC contro i vari developer sarebbero del tutto legittime, almeno secondo i vertici della stessa società. E nemmeno sarebbe troppo generico il brevetto impugnato – il numero 7,222,078 – dal momento che la tecnologia tutelata risalirebbe a più di 18 anni fa .
Quanto dovrebbero pagare sviluppatori come James Thomson e Matt Braun (creatori di alcune tra le principali applicazioni presenti su App Store )? Il post pubblicato da Lodsys LCC ha parlato chiaro: qualora una singola app abbia fruttato guadagni per 1 milione di dollari in un anno, i costi relativi alla licenza ammonterebbero a 5,750 dollari (sempre per un anno).
I developer dovrebbero insomma pagare di tasca propria lo 0,575 per cento dei guadagni ottenuti tramite una determinata app , da cui Apple trattiene il 30 per cento per ciascuna transazione effettuata tramite il meccanismo chiamato in-app purchase . Ma perché il conto è stato presentato agli sviluppatori e non alla stessa azienda di Cupertino?
Lodsys LLC ha risposto anche a questo interrogativo. Aziende come Apple, Google e Microsoft avrebbero già pagato per ottenere le licenze necessarie allo sfruttamento delle tecnologie in questione . Secondo la società texana, gli sviluppatori avrebbero ottenuto profitti dalla distribuzione su iOS (o Android Market) delle loro creazioni non autorizzate.
Mauro Vecchio