Nel 2014 il gruppo di Cupertino decise di disabilitare l’accesso a FaceTime per gli utenti in possesso di un iPhone 4 o 4S non disposti ad aggiornare i loro device a iOS 7. Una decisione che ora costerà 18 milioni di dollari alle casse di Apple. La società ha accettato di chiudere una volta per tutte il contenzioso con coloro che hanno aderito alla class action indetta a tal proposito.
Apple pagherà 18 milioni per la class action di FaceTime
Stando a chi rappresenta gli utenti la somma sarà sufficiente solo per coprire il 30% dei danni economici stimati. In termini concreti ad ognuno andranno circa 3 dollari per ogni dispositivo. Oltre la metà della cifra servirà per coprire le spese legali sostenute.
Lanciato nel 2010, FaceTime è presto arrivato a costituire per Apple una spesa importante legata alla gestione dei server di terze parti necessari per la trasmissione del segnale audio-video. Al fine di ridurre i costi, tra il 2013 e il 2014 con iOS 7 ha introdotto un nuovo protocollo peer-to-peer per veicolare i dati, ma un numero non indifferenti di coloro che erano allora in possesso di iPhone 4 e 4S non hanno effettuato l’aggiornamento da iOS 6 per via di noti problemi con i modelli più datati. Questo ha impedito di accedere correttamente al servizio: insomma, senza aggiornamento addio videochiamate.