Milano – Secondo le indiscrezioni raccolte da Bloomberg , che maschera la sua fonte dietro l’anonimato, Apple avrebbe deciso di abbandonare lo sviluppo dei suoi router . I tecnici legati alla linea di prodotti che non vengono aggiornati ormai da anni sarebbe stata riallocata su altri progetti: una mossa strategica che troverebbe una conferma indiretta nella decisione simile di abbadonare lo sviluppo di monitor ad alta definizione, preferendo affidarsi a dispositivi sviluppati e venduti da terzi con caratteristiche adeguate alle aspettative di Cupertino e dei suoi affezionati clienti.
L’ultimo aggiornamento degno di nota dei router Apple risale al 2013, quando ai vari AirPort era stata aggiunto il supporto al protocollo 802.11ac: da allora il prodotto è rimasto di fatto inalterato, mentre altre aziende tra cui anche Google si sono impegnate a portare avanti lo sviluppo di questo tipo di prodotto. Un router di concezione moderna è qualcosa di più di un semplice ripetitore WiFi e di un hub con qualche porta ethernet : include tecnologie per ottimizzare l’utilizzo delle frequenze wireless, migliorare la ricezione anche in ambienti domestici affollati e anche dare un tocco di design a un prodotto che solo grazie al contributo di Apple ha trovato una veste moderna.
Tra gli altri, proprio Google sembra voler mettere tutto il proprio peso in un mercato di cui a oggi non si comprende fino in fondo il potenziale: gran parte degli utenti ormai si rivolge agli operatori per la fornitura del router casalingo , spesso offerto in bundle con il contratto telefonico e con configurazioni ad hoc per supportare i parametri di navigazione imposti dal provider. Secondo Mountain View, però, non tutti i router sono uguali: e numeri alla mano si mette a raccontare di come i suoi Home, che ancora non sono in commercio, siano superiori alla concorrenza impegnata a creare questa nuova generazione di router intelligenti.
Oltre a Google Home ci sono almeno due altri marchi interessati al settore, Eero e Luma : tutti sfruttano tecnologie come le reti mesh per portare in ogni angolo della casa il segnale wireless , instradare le comunicazioni sulla frequenza e sul dispositivo più prossimo all’utente, in maniera completamente trasparente. Per fare tutto questo occorre inserire dentro i router chip sempre più potenti e rendere il dispositivo sempre più “intelligente”: c’è bisogno di software al suo interno che faccia funzionare una rete complessa seppure in ambito prettamente domestico, ma ovviamente tale sfoggio di tecnicismi comporta un aumento del prezzo finale di questi prodotti.
Non che fino a oggi i router di Apple siano stati particolarmente economici, ma il loro ruolo era (è?) funzionale all’esistenza dell’ecosistema della Mela: backup incrementale Time Machine dei Mac, streaming musicale da iTunes e così via, tutti servizi che sono di fatto un’eslusiva o quasi. O, quantomeno, funzionano al meglio se si impiegano esclusivamente prodotti e hardware disegnati e progettati a Cupertino. La cancellazione di questa intera linea di device potrebbe significare, al contempo, o che Apple intende aprire i propri protocolli riservati al pubblico, oppure che intende ripensare in generale la propria offerta.
Il cloud è un business in espansione, e lì Apple non brilla particolarmente : backup, musica (anche se Apple Music è forse una significativa eccezione), video e ogni altro contenuto ormai sono veicolati da remoto. Vale la pena probabilmente ripensare l’organizzazione interna e riallocale le risorse umane, gli ingegneri e i tecnici impegnati nell’improduttivo business dei router su altre iniziative più remunerative. Apple non ha confermato o smentito quest’operazione, ma in ogni caso difficilmente si tratterà di un’azione che cambierà particolarmente i suoi conti: questo tipo di device è rimasto , nonostante tutto, una voce estremammente ridotta del fatturato di Apple, e dunque qualunque sia l’esito finale di questa faccenda non ci saranno stravolgimenti nella sua strategia a lungo termine.
Luca Annunziata