Il file system APFS è affetto da un bug molto grave, un problema potenzialmente in grado di causare la perdita dei dati degli utenti senza alcuna possibilità di recupero. A denunciare l’accaduto è stato Mike Bombich, sviluppatore di un’applicazione per il backup nota come Carbon Copy Cloner .
APFS è l’ennesima novità di una corporation ammalata di “innovazione” a tutti i costi, un file system introdotto per la prima volta con macOS High Sierra nel marzo del 2017. Il bug si manifesta nel caso in cui l’utente utilizzi APFS per pre-formattare un’immagine disco da usare a scopo di backup o con una virtual machine.
In particolare l’immagine dev’essere di tipo sparse , vale a dire in grado di “crescere” in dimensioni in proporzione dei dati salvati al suo interno dall’utente. Un’immagine “sparse” ha tradizionalmente le stesse dimensioni dello spazio ancora libero sull’unità di storage, e il bug consiste nel gestire in maniera incorretta il suddetto spazio libero su disco.
Come verificato dai test di Bombich , è possibile continuare a copiare dati sulle immagini sparse formattate in APFS anche quando si è oramai raggiunto il massimo delle dimensioni consentite dall’unità di storage. I dati così copiati sono apparentemente accessibili e correttamente archiviati, ma dopo il riavvio i file risultano corrotti e le informazioni sono letteralmente sparite nel “vuoto”.
Fortunatamente per l’utenza dei gadget (non computer) di Cupertino , Bombich sostiene che il numero di utenti interessati dal problema non è esteso e rappresenta, nel caso del suo software CCC, solo il 7% del totale. Il bug delle immagini APFS è il secondo problema grave emerso in questi giorni nel software Apple dopo l’imbarazzante caso del carattere indiano che manda tutto in crash .
Alfonso Maruccia