Una delle aziende più prolifiche nel depositare brevetti in materia di innovazione tecnologica è senz’altro Apple, azienda che punta ora alla distribuzione dei contenuti del suo iTunes Store in tutta mobilità. L’idea è quella di combinare la fisicità di un jukebox con la connettività e la filosofia dei player multimediali: verrà così realizzato un vero e proprio chiosco in grado di distribuire contenuti on the go per iPod e iPhone, dispositivi sempre più presenti e richiesti sul mercato, al punto di divenire parte indispensabile del corredo accademico di un’università statunitense.
L’hub multimediale descritto nelle 19 pagine del testo del brevetto depositate dall’azienda di Cupertino si configura come un dock in grado di rifornire di video, musica e applicazioni in luoghi pubblici quali stazioni ferroviarie, aeroporti e centri commerciali. Il cuore dell’intero brevetto è proprio il sistema di connessione tra chiosco e dispositivo, che la Mela descrive come una virtual physical connection , in grado di riconoscere i dispositivi nei paraggi e stabilire una connessione wireless cifrata per distribuire i contenuti scelti dall’utente.
Il chiosco permette inoltre, grazie alla tastiera integrata, l’accesso al proprio account di iTunes Store, in modo da garantire la rapidità delle procedure d’acquisto. Lo stoccaggio dei contenuti è volutamente sdoppiato, e si configura in un server locale in grado di ospitare le novità del momento, i classici e i best seller e nel già citato collegamento ad iTunes per una ricerca più approfondita e vasta. Nonostante ciò, per chi non dovesse possedere un account sullo store online di iTunes dovrebbe essere implementato il pagamento via carta di credito.
Apple motiva la scelta di questo metodo alternativo poiché ritiene poco funzionali i connettori fisici, soggetti sia al deterioramento che al guasto senza un’adeguata manutenzione. Diverso il discorso, invece, per la distribuzione via WiFi, ritenuta scomoda poiché facilmente saturabile o soggetta a tentativi di hacking. Comunque, una configurazione siffatta riduce ampiamente la lista di dispositivi compatibili ai soli device dotati di modulo wireless, quindi iPhone, iPod Touch e, ovviamente i laptop. Per questo motivo, chi dovesse essere dotato di un player multimediale privo di WiFi necessita di passare prima da un laptop.
Nonostante ciò, è anche vero che Apple punta alla diffusione massima dei suoi dispositivi più avanzati, che hanno indubbiamente avuto un notevole impatto sul mercato consumer. In tal senso non stupisce che la Missouri School of Journalism abbia inserito nel corredo didattico dei suoi studenti sia l’iPod Touch che il cugino iPhone. La decisione è stata motivata dalla dirigenza dell’istituto poiché si crede fermamente nell’utilizzo del podcast come strumento di apprendimento più efficace dei normali libri di testo. “Alcuni studi hanno dimostrato che se agli studenti viene data la possibilità di ascoltare una seconda volta la lezione, sono in grado di assimilare il triplo delle informazioni fornite” dichiara Brian Brooks, decano dell’istituto.
Nonostante non si tratti di un vero obbligo, dal momento che la scuola rende comunque possibile l’utilizzo del più classico laptop, la decisione ha generato alcune polemiche anche tra gli alunni stessi, spingendo alcuni di loro ad istituire un gruppo di protesta su Facebook chiamato Rotten Apple , in cui la scuola viene accusata di forzare gli studenti a comprare dispositivi di un marchio specifico, a discapito della libera scelta. A sua volta la scuola si difende dalle accuse ribadendo che non si tratta affatto di un obbligo, ma solo di un consiglio, dal momento che a loro giudizio iPhone e iPod sono strumenti molto in voga tra i giovani, invocandone quindi la semplicità di utilizzo. L’unico vero problema per molti potrebbe essere rappresentato dal prezzo non proprio popolare dei dispositivi: per questo potrebbero risultare utili le varie promozioni fatte dall’azienda di Cupertino per gli studenti, che godono di condizioni agevolate per l’acquisto di prodotti tecnologici utilizzati per fini didattici.
Vincenzo Gentile