Apple, c'è vita oltre Steve Jobs?

Apple, c'è vita oltre Steve Jobs?

Una vera e propria università per formare i dipendenti della Mela. Che dovranno apprendere strategie e segreti per una gestione priva del carismatico CEO. Reclutati veterani di Harvard e di Yale
Una vera e propria università per formare i dipendenti della Mela. Che dovranno apprendere strategie e segreti per una gestione priva del carismatico CEO. Reclutati veterani di Harvard e di Yale

Un lungo e dettagliato dossier , recentemente pubblicato tra le pagine cartacee della rivista statunitense Fortune . Un’inchiesta che ha fatto rapidamente il giro del web specializzato, totalmente incentrata sul grande gigante di Cupertino. In Dentro Apple una serie di rivelazioni che hanno subito scatenato nuove ipotesi sulla fine imminente di una vera e propria era dell’industria tecnologica.

Steve Jobs, leader carismatico e CEO visionario, sarebbe ormai pronto ad abbandonare le scene, limitato da ben noti problemi di salute. L’interrogativo posto dal giornalista di Fortune Adam Lashinsky è semplice quanto diretto: ce la farà Apple a sopravvivere all’abdicazione del suo re incontrastato? Lo stesso Jobs ne sarebbe certo, ormai attorniato da più che validi eredi al trono.

Ma gli alti vertici dell’azienda di Cupertino – tra cui il COO Tim Cook e il vicepresidente Ron Johnson – avrebbero già deciso di preparare centinaia di dipendenti, in collaborazione con alcuni docenti della Yale School of Management e veterani di Harvard . Una vera e propria Apple University , gruppo di lavoro interno che studi business e cultura di marketing in un’ipotetica gestione priva di Steve Jobs .

L’articolo di Lashinsky ha dunque sottolineato come gli impiegati della Mela dovranno apprendere i principali segreti dell’era Jobs: culto della segretezza, mania per i dettagli e soprattutto scarsa comprensione per gli errori . Lo stesso Jobs sarebbe stato protagonista di una furiosa lavata di capo agli sfortunati responsabili del progetto cloud MobileMe, addirittura criticato sulle colonne del Wall Street Journal dall’ amico Walt Mossberg.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
9 mag 2011
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