Roma – Apple ha intenzione di costituire una compagnia telefonica negli Stati Uniti? E’ l’ipotesi formulata da Forbes , i cui analisti sembrano convinti che l’azienda guidata da Steve Jobs sia orientata ad estendere la propria attività anche nel campo delle telecomunicazioni, come MVNO (Mobile Virtual Network Operator).
L’interesse di Apple nel settore della telefonia è cosa già nota, vista la partnership in corso con Motorola per la realizzazione di un telefono cellulare iPhone con funzioni simili all’iPod.
La maggior parte degli operatori mobili fornisce già varie tipologie di servizi, distribuendo contenuti analoghi destinati ai propri abbonati: per questo motivo non sarà facile, per l’iPhone, trovare una compagnia disposta ad inserirlo nella propria offerta. Ma se Apple riuscisse ad operare come carrier, avrebbe probabilmente maggiori possibilità per consentire agli abbonati il download di contenuti multimediali.
Per fare questo ad Apple si presenterebbero due alternative: la creazione di una propria infrastruttura di telecomunicazioni, oppure, come detto, un accordo con una compagnia telefonica che le consenta di diventare un MVNO. Quest’ultima soluzione è la strada che altre aziende stanno percorrendo per iniziare ad offrire, entro la fine del 2005 o all’inizio del 2006, i propri servizi a valore aggiunto. Grazie agli accordi di collaborazione siglati con la compagnia telefonica Sprint sono nate Disney Mobile , operatore virtuale che fa capo alla Walt Disney Company, e Virgin Mobile .
Un’opportunità che negli USA è già realtà e che potrebbe essere imitata, visti i possibili sviluppi di business, anche da altre aziende del vecchio continente, almeno nei paesi in cui la legge consente la figura dell’operatore virtuale, come ad esempio in Austria, Danimarca, Olanda, Norvegia o Svizzera.
Purtroppo non in Italia, dove la figura del MVNO non è ancora consentita. Ma non è detta l’ultima parola, almeno fino al 28 aprile 2006, ossia la data in cui avrà fine il procedimento legato all’istruttoria che l’Antitrust ha avviato nei confronti di TIM, Vodafone e Wind per accertare se i tre operatori abbiano o meno “rifiutato di negoziare accordi di accesso, al fine di impedire l’ingresso nel mercato al dettaglio dei servizi di comunicazione mobile da parte di operatori alternativi quali Mvno (Mobile Virtual Network Operator), Esp (Enhanced Service Provider) e Reseller”.
Dario Bonacina