Sembrava tutto finito oltre un anno fa. Invece lo scontro tra Apple e l’autorità antitrust olandese è ancora in corso. In base ai documenti letti da Bloomberg, la ACM (Authority for Consumers and Markets) considera troppo alte le commissioni chieste dall’azienda di Cupertino per i pagamenti in-app. Ciò rappresenterebbe un abuso di potere dominante.
Apple deve ridurre le commissioni
Al termine di un’indagine avviata nel 2019 (successivamente limitata alle app di dating), la ACM olandese ha ravvisato la violazione delle leggi antitrust da parte di Apple in relazione ai pagamenti in-app. Secondo l’autorità, l’azienda di Cupertino sfrutta la sua posizione dominante per imporre l’uso del suo sistema di pagamento.
La ACM aveva ordinato di consentire l’uso di sistemi di pagamento alternativi e l’inserimento di link che puntano alle varie opzioni esterne alle app. Dopo aver ricevuto una sanzione complessiva di 50 milioni di euro, Apple ha deciso di rispettare la richiesta. L’appello presentato al tribunale amministrativo contro la multa è stato respinto, quindi lo scontro continuerà presso il tribunale ordinario di Rotterdam.
È tuttavia rimasta in sospeso un’altra questione. Secondo l’autorità antitrust, la commissione per i pagamenti in-app è troppo alta. Apple chiede infatti il 27% (invece del 30%), una percentuale considerata iniqua per gli sviluppatori delle app di dating. La ACM attenderà la decisione del tribunale prima di chiedere ad Apple di ridurre la commissione (tramite ingiunzione).
Anche la Commissione europea ha avviato un’indagine in merito alla cosiddetta clausola “anti-steering”, in seguito alla denuncia di Spotify. A distanza di oltre tre anni, il procedimento è ancora aperto.