Prima il gruppo di Cupertino ha consentito la ripubblicazione su App Store di un’applicazione in precedenza eliminata e chiamata HKmap Live, sviluppata con l’obiettivo di tenere traccia dell’attività della polizia nelle strade di Hong Kong, ormai da mesi interessate da movimenti di protesta. Poi la testata People’s Daily (controllata dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese) ha intimato ad Apple possibili conseguenze in caso di mancata nuova eliminazione. Poco dopo l’app è scomparsa non risultando più disponibile al download per gli utenti residenti in Cina.
HKmap Live e Quartz via da App Store
Dinamica del tutto simile per l’applicazione di Quartz, portale che fin dal primo momento ha pubblicato report dettagliati su quanto sta accadendo a Hong Kong. Entro i confini del paese asiatico non è più possibile scaricarla su iPhone e iPad. La mela morsicata sembra dunque aver acconsentito all’ennesima richiesta giunta da Pechino, presumibilmente come accaduto nei giorni scorsi quando la bandiera di Taiwan è scomparsa dalle tastiere iOS di chi risiede a HK e Macao. Era già accaduto nel 2017 con l’app ufficiale del New York Times, sempre su richiesta del governo cinese.
Al momento da Apple non sono giunte dichiarazioni in merito. L’ultimo update alla newsroom del sito ufficiale è quello che nei giorni scorsi ha annunciato l’arrivo di macOS 10.15 Catalina. La società di Cupertino non è la sola che in questi giorni si trova nella scomoda posizione di dover gestire da una parte le richieste provenienti dalle autorità cinesi e dall’altra i malumori di chi legittimamente chiede la massima tutela della libertà di parola ed espressione.
La Cina, con il suo enorme bacino di potenziali utenti e clienti, rappresenta un mercato all’interno del quale i colossi del mondo hi-tech e online hanno intenzione di muoversi con estrema cautela, alla ricerca di un equilibrio spesso difficile da stabilire, anche in considerazione delle crescenti tensioni che legano il paese agli Stati Uniti a livello commerciale e non solo.