Apple ha risposto con una lettera a Lodsys, la patent holding che aveva attaccato un gruppo di sviluppatori iOS accusandoli di aver violato un suo brevetto nei sistemi di acquisti in-app.
Il brevetto contestato è il numero 7,222,078 ed è tra quelli di cui l’azienda è incaricata della tutela e del licensing: in particolare proteggerebbe una tecnologia necessaria ad aggiornare velocemente le app dalla versione gratuita a quella a pagamento. Qualcosa, insomma, molto simile al sistema di acquisto in-app recentemente introdotto da Apple.
Ma mentre Cupertino avrebbe , secondo Lodsys, pagato già per la licenza necessaria allo sfruttamento della tecnologia in questione, gli sviluppatori chiamati in causa ne avrebbero approfittato indebitamente: tra Lodsys e gli sviluppatori ora si è messa Apple, che dopo aver approfondito con i suoi legali la questione ha detto che gli sviluppatori sono protetti dal dover pagare costi ulteriori proprio dall’accordo di licenza già sottoscritto .
Gli sviluppatori, dice insomma Cupertino, non violano il brevetto chiamato in causa perché usano software e hardware Apple per dotarsi delle funzionalità rivendicate da Lodsys. Se vuole insomma contestare qualcosa, lo deve fare contro Apple e contro il principio dell’esaurimento del brevetto che regola la normativa in materia e che impedisce di mantenere il controllo su una tecnologia contenuta in un prodotto già legittimamente venduto.
Craig Hackenberry di Twitterific e James Thomson di PCalc hanno cinguettato il loro entusiasmo e l’apprezzamento per la difesa di Cupertino, con parole di elogio in particolare per il guru Steve Jobs.
Claudio Tamburrino