Apple ha depositato una richiesta di ingiunzione preliminare contro Galaxy Nexus. La nuova accusa si basa su quattro nuovi brevetti di Apple ritenuti di estrema importanza: il numero 5,946,647 su un sistema per l’inserimento di dati; il numero 8,086,604 sulla ricerca effettuata attraverso Siri; il 8,046,721 sul sistema di sblocco slide-to-unlock di un dispositivo touchscreen e il 8,074,172 su un sistema di completamento (e correzione) di parole legato alla ricerca testuale su schermi touchscreen.
Un bel banco di prova per il portafoglio brevettuale di Apple che mette in campo titoli ottenuti relativamente da poco (gli ultimi tre a dicembre 2011) e per la collaborazione Samsung-Google: Nexus è il primo dispositivo ad incorporare il nuovo Android 4.0, Ice Cream Sandwich , e se n’è finora parlato come DI un dispositivo con tecnologia “a prova di Apple”, cioè pensata per aggirare tutte le accuse finora mosse da Cupertino nei confronti dei prodotti della coreana.
In tutte le cause che vedono contrapposte Samsung ed Apple, d’altronde, finora Cupertino non aveva avuto modo di tirare in ballo il nuovo dispositivo di punta, se non in una delle ultime accuse con cui contesta ai dispositivi coreani la violazione di un suo modello di utilità impiegato per lo sblocco di dispositivi touchscreen.
Apple, inoltre, ha nuove mire belligeranti: ha depositato una nuova denuncia anche nei confronti di Motorola , stavolta puntando il dito esplicitamente contro l’accordo sottoscritto con Qualcomm, recentemente acquisita da Google. Apple, infatti, accusa Motorola di averle contestato in Germania un brevetto facente parte di un accordo tra essa e Qualcomm e per cui Apple, in quanto terza parte beneficiaria, non avrebbe dovuto trovarsi sul banco degli imputati. Una questione di rispetto di contratti che potrebbe anche essere giudicata per effetti che scavalcano i confini statunitensi, come nel caso tedesco.
Nel frattempo Apple deve tirare le fila delle sue difese brevettuali: in Cina le mani degli agenti sono arrivate a sequestrare i suoi iPad, rimuovendoli dalla vendita in seguito alla denuncia dell’azienda locale Proview che le contestava l’utilizzo indebito del nome iPad/IPAD.
Claudio Tamburrino