In questi anni siamo fatti più volte la domanda di quale strada volesse prendere Apple , anche perché la storia della casa della mela è costellata di numerosi cambi di direzione: basti pensare ai Mac che sono passati dall’architettura 68k a quella PowerPC, per poi migrare ad Intel, e non è detto che in futuro non si voglia puntare ad ARM, visto che da qualche anno a questa parte Cupertino si progetta in casa i processori per i propri dispositivi iOS, recentemente anche per quanto riguarda la componente grafica.
Pensiamo poi al Mac, non tanto all’iMac, l’all-in-one che dopo il rientro di Steve Jobs ha segnato la rinascita di Apple (parliamo di quasi 20 anni fa) ed è stato recente consacrato alla versione Pro , ma agli altri Mac… un Mac mini che non viene aggiornato da anni, e un Mac Pro la cui migrazione dalla classica configurazione tower al cilindro espandibile solo esternamente, non ha portato molta fortuna.
Probabilmente, negli ultimi anni, la casa della mela ha volutamente tralasciato il settore desktop (iMac a parte) per spendere più risorse sui portatili (il nuovo MacBook, ancora più sottile dell’Air, e il MacBook Pro con Touch Bar) e nel mondo mobile, dove tra le diverse versioni e dimensioni di iPhone e iPad, qualche mese fa è spuntato pure l’iPhone X.
I numeri ottenuti finora hanno dato ragione all’amministrazione di Tim Cook, ma per proseguire bene bisogna ideare sempre qualcosa di nuovo, e possibilmente evitare di commettere grossi errori; dopo aver visto cos’è successo nel 2017 , e in attesa dei dati della prima trimestrale del 2018, diamo quindi un’occhiata più approfondita a questo inizio anno, per capire in che direzione si muoverà Apple.
Cominciamo subito parlando dei tre problemi che hanno afflitto Apple (ma non solo) nelle ultime settimane. Il primo problema è quello degli arcinoti Meltdown e Spectre , i due bug scoperti nelle architetture hardware di Intel e ARM (in misura minore AMD) che per certi versi mettono sotto accusa la ricerca spasmodica della velocità a scapito della sicurezza. Anche se qualcuno ha voluto porre l’accento su Apple, si tratta di bug che coinvolgono a 360 gradi tutti i produttori di computer e dispositivi mobile. La casa della mela, dal canto suo, ha già rilasciato gli aggiornamenti tanto per macOS che per iOS, così come hanno fatto anche Google e Microsoft, ma in alcuni casi i risultati non sono quelli sperati , e per alcuni dispositivi occorrerà attendere la distribuzione specifica del produttore.
Se Meltdown e Spectre sono problemi globali, c’è però un altro problema che “sembra” coinvolgere solo Apple, ed è lo “scandalo” del rallentamento dei vecchi iPhone. Sembra coinvolgere solo Apple perché è solo la casa della mela ad aver ammesso di aver inserito in iOS (ufficialmente solo lo scorso anno, a partire dalla release 10.2.1 di iOS) dei particolari accorgimenti che rallentano la CPU nei casi in cui la batteria non abbia un efficienza tale da poter garantire picchi di richiesta energetica. Scandalo ? Obsolescenza programmata? Semplice gestione dinamica dei consumi? Lascio a voi il giudizio, ma se avete un iPhone a rischio di questo problema, sappiate che Apple ha approntato un programma per sostituire ad un prezzo vantaggioso (29 Euro, rispetto agli 89 di listino) le batterie che dovessero risultare degradate ad un punto tale da rientrare in questo meccanismo di rallentamento della CPU. Come riprova che il meccanismo pare studiato per funzionare effettivamente come dichiarato da Apple (e non per realizzare una obsolescenza programmata del sistema) potremmo citare il fatto che questo problema non affligge gli iPad i quali, in virtù della maggiore capacità della batteria, non hanno comunque problemi nella gestione dei picchi energetici. Resta comunque il fatto che molte associazioni dei consumatori vogliono vederci chiaro, e diverse class action cercheranno di ottenere qualcosa da Apple, che in quest’occasione non ha dimostrato la massima trasparenza nello spiegare questa novità ai propri utenti, anche se è stato annunciato che il prossimo aggiornamento di iOS includerà un’opzione per decidere se abilitare o meno questo “accorgimento” energetico che va a scapito della potenza della CPU.
L’ultimo problema di cui vorrei parlare riguarda due episodi avvenuti il durante la seconda settimana di gennaio negli Apple Store di Zurigo e di Valencia ); in entrambi i casi, durante delle operazioni di riparazione/sostituzione, delle batterie di dispositivi non meglio precisati si sono surriscaldata fino ad esplodere o incendiarsi emettendo fumo. Il fatto che si tratti di casi isolati (seppur ravvicinati nel tempo) e relativi a modelli vecchi in riparazione, dovrebbe scongiurare l’ipotesi che ci siano difetti di progettazione in uno dei nuovi modelli (com’era invece accaduto in passato ad altri produttori )
Nonostante questi problemi il titolo AAPL sta puntando verso nuovi massimi storici , avvicinandosi alla quota di 180 dollari per azione, forse per via delle indiscrezioni sui dati di vendita degli ultimi tre mesi, che hanno già fatto segnare dei record sull’App Store, con 890 milioni di dollari spesi solo durante la settimana di Natale. Ma non è questo ciò di cui vorrei parlarvi oggi, perché se è vero che il 2018 è iniziato per Apple con una serie di piccoli problemi , è anche vero che ci si aspettano molto novità nel corso dell’anno, alcune già note, altre attese, altre che potrebbero arrivare un po’ a sorpresa, tutte volte a tenere alto l’interesse degli utenti verso Apple.
Procedendo in ordine temporale, la prima novità che dovrebbe arrivare dalla casa della mela è l’ HomePod , un altoparlante intelligente dotato di processore Apple A8 e di amplificatori dedicati per ognuno dei sette tweeter e del woofer, nonché di un sistema in grado di riconoscere automaticamente la forma della stanza per offrire la miglior distribuzione del suono. Grazie all’integrazione con Siri, sarà possibile sfruttare HomePod anche per svolgere altri compiti : rispondere a domande, inviare messaggi, ricevere notizie, comandare dispositivi domotici, e ovviamente riprodurre tutta la nostra musica, inclusi i 40 milioni di brani presenti su Apple Music (per chi dispone di un abbonamento al servizio). Non saprei ancora dire se questo prodotto avrà le carte in regola per conquistarsi un posto in salotto, come invece pare ci sta riuscendo la Apple TV, ma sicuramente si merita una possibilità, anche se il prezzo non è tra i più bassi (si parlava di 349 dollari) e la disponibilità iniziale potrebbe essere molto limitata (era previsto in uscita per lo scorso dicembre in USA, Australia e Regno Unito).
Al di là di questi oggetti da salotto, dalla vocazione molto consumer , il 2018 dovrebbe essere l’anno di rivincita dei Mac desktop. Come accennato sopra, tra un Mac mini che non viene aggiornato da anni, e un Mac Pro dal successo incerto, l’unica macchina desktop che ha ricevuto aggiornamenti costanti fino ad arrivare una versione Pro , è stata l’iMac… consapevole di questa mancanza, Tim Cook aveva annunciato nel corso del 2017 che la casa della mela stava lavorando ad una completa re-ingegnerizzazione delle proprie macchine desktop che dovrebbero arrivare del corso del 2018, probabilmente verso la fine dell’anno (sperando che non si sfori nel 2019). Si è parlato anche di una non-meglio-precisata “modularità”, ma nessun dettaglio è ancora emerso riguardo questi nuovi Mac, e non è facile immaginare in quale modo potranno portare qualcosa di nuovo nel settore, anche se nel corso della prossima WWDC è probabile che venga svelato qualcosa, perlomeno per tenere alto l’interesse intorno all’argomento… a meno che Apple non voglia sorprendere tutti organizzando un evento particolare in occasione del ventennale della presentazione dell’iMac… ma in tal caso dovrebbe presentare qualcosa di veramente nuovo, qualcosa che rappresenti ancora una volta un punto di svolta nella storia dei computer, qualcosa che al momento nessuno di noi sia in grado di immaginare… ma non credo sia ancora giunto il momento di un nuovo cambio di architettura, anche perché il momento è abbastanza delicato.
Non dimentichiamo infine gli aggiornamenti più “tradizionali”, quelli che arrivano ogni anno a cadenza regolare: prima di tutto l’iPhone, ma anche Apple Watch (sebbene la sua storia sia ancora breve) e iPad (dall’andamento un po’ più travagliato). Nonostante le certezza quasi matematica di tutti questi aggiornamenti, se per lo smartwatch delle mela ci sono già alcuni indizi che lasciano intuire l’orientamento sempre più salutistico di questo dispositivo, per l’iPad rimane il grande dubbio di capire che fine farà la versione mini, mentre per l’iPhone la questione è ancora molto fumosa… l’ iPhone SE è sul mercato da quasi 2 anni: se Apple vuole mantenere a listino un telefono di queste dimensioni (che di fatto ha ancora una buona fetta di estimatori) e dal prezzo tutto sommato contenuto, la prossima primavera potrebbe essere giunto il momento di aggiornarlo. iPhone X sta riscuotendo grande successo (e se si ha modo di provarlo è facile capirne il perché) e c’è ci dà già per scontato l’arrivo di una versione plus, anche se personalmente avrei qualche dubbio sul prezzo e sul possibile peso di tale dispositivo. Ma soprattutto, cosa accadrà a settembre? Ci sarà un iPhone 9 a proseguire la linea più tradizionale di melafonini, o Apple si giocherà il tutto per tutto abbracciando completamente la nuova linea di iPhone X? A mio avviso Apple farebbe bene a proporre ancora un iPhone 9 dalla linea più tradizionale (e quindi con Touch-ID) ma comunque rinnovata rispetto agli ultimi tre modelli, magari con schermo OLED, una linea che potrebbe poi mantenere per un ulteriore anno con una serie 9s , così da offrire una gamma di modello in grado di accontentare tutte le possibili categorie di utenti.
Concludiamo questa breve panoramica uscendo un po’ dal tema dei classici prodotti Apple, perché se è vero che Apple ha sempre dimostrato di riuscire a trasformarsi per entrare in nuovi mercati (se non a crearne di nuovi) non possiamo non notare come da tempo stia cercando in tutti i modi di proporre contenuti esclusivi per la Apple TV. Si tratta di un settore in cui si stanno muovendo in molti: basti pensare a Netflix, se vogliamo parlare del player più importante del settore, o al recente ingresso di Amazon con Prime Video, che pare aver riscosso un buon successo nonostante un catalogo ancora limitato (successo dovuto probabilmente all’abbinamento con servizio Prime dello store online). Apple, dopo aver dimostrato forti interessi sui diritti di James Bond e aver stanziato forti investimenti per la produzione di film serie TV, pare stia passando alla fase operativa con l’ affitto di due siti in Culver City per un totale di oltre 18’000 metri quadri, parte dei quali precedentemente occupati da HBO , non lontano da dove anche Amazon dovrebbe affittare degli spazi con lo stesso scopo: quello di realizzare contenuti originali da offrire in streaming ai propri utenti. Per vedere i risultati di questo progetto dovremo però aspettare ancora un po’, andando sicuramente oltre il 2018, quindi per il momento possiamo interrompere qui questa breve panoramica introduttiva del 2018 di Apple.
Domenico Galimberti
blog puce72
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