Attivisti ambientali cinesi contro Apple: l’accusano di poca trasparenza e non considerazione delle conseguenze ambientali e delle condizioni di lavoro delle fabbriche dei suoi fornitori di componenti.
La principale colpa di Apple in questa situazione sarebbe il fatto che si è dimostrata la più riservata sulla sua catena di montaggio tra le aziende che operano in Cina: a denunciarlo è l’ analisi redatta dagli attivisti anti-inquinamento della Green Choice Initiative , secondo cui le fabbriche a cui Cupertino si appoggia in Cina risultano degradare l’ambiente e avvelenare i lavoratori.
Quello di Apple con l’impatto ecologico dei suoi prodotti è una rapporto conflittuale: dal primo tragico report di Greenpeace (che l’aveva fatta finire nel mirino degli ambientalisti) è progressivamente andata migliorando nelle classifiche di settore, in particolare eliminando gli elementi chimici più pericolosi dal suo hardware e puntando sul green anche per la pubblicità .
Insomma, le accuse cinesi fioccano non contro l’azienda che nel 2006 si impegnava, rispondendo alle critiche degli ambientalisti, in un lungo percorso per trovare alternative ecocompatibili all’utilizzo di componenti tossici, ma contro quella che di queste alternative ha fatto una bandiera anche pubblicitaria, ricevendo altresì il riconoscimento di Greenpeace stessa. E questo fa stridere ancora di più la vicenda.
Apple, inoltre, secondo l’accusa ignorerebbe il suo stesso codice di condotta stabilito per i fornitori, che dice di far affidamento su “standard internazionali riconosciuti per migliorare la responsabilità sociale e ambientale”.
“Dietro la sua immagine pubblica di successo, i prodotti Apple hanno un lato che molti non conoscono: inquinamento e veleno. Questo lato è nascosto accuratamente all’interno della segreta catena di montaggio dell’azienda” ha dichiarato in un comunicato Green Choice Initiative .
Il gruppo cinese ha iniziato la sua indagine partendo da una serie di avvelenamenti sul luogo di lavoro , incidenti dovuti alle contaminazioni da metallo pesante (in cui, tra gli altri, sono stati coinvolti 3mila bambini a cui è stato diagnostico un livello non sicuro di piombo nel sangue) e suicidi (tra cui i 12 casi della Foxconn ) avvenuti in fabbriche cinesi fornitrici di componenti per computer e dispositivi mobile . Questo lo spunto per cercare di capire quali aziende straniere si appoggiano a queste fabbriche per la produzione dei loro dispositivi hi-tech e quali misure di precauzione eventualmente adottano.
Delle 29 aziende coinvolte nelle indagini del gruppo, Apple è risultata la meno propensa a collaborare fornendo dati e risposte sui fornitori .
Mentre, per esempio, Nokia e Motorola hanno spiegato il loro coinvolgimento con il fornitori Wintek, e Hewlett Packard, British Telecom, Samsung, Sony, Siemens e Alcatel si sono dimostrate collaborative nel chiarire i loro rapporti di collaborazione, Cupertino ha riferito di non voler commentare denunce individuali.
Eppure la stessa citata Wintek sarebbe la responsabile – secondo il rapporto – dell’avvelenamento che ha portato suoi lavorato in ospedale con danni ai nervi causati da prodotti velenosi utilizzati per i touchscreen di Apple.
Claudio Tamburrino