Apple non darà più in pasto a giornalisti e investitori i numeri relativi alle vendite dei propri device. La scelta è stata annunciata in questi giorni da Luca Maestri, Chief Financial Officer del gruppo di Cupertino, il quale ha così dato un taglio netto a quella che era una pratica ormai in voga da tempo. A partire dalle prossime trimestrali, quindi, non sapremo più quanti iPhone, quanti Mac o quanti Apple Watch siano stati venduti nel trimestre di competenza, rendendo così complesso fare delle valutazioni sull’andamento dei vari device nei vari comparti.
La spiegazione è stata fornita dallo stesso Maestri, secondo cui tale informazione non sia più utile al mercato poiché risulterebbe fuorviante nelle valutazioni dell’azienda. Apple ha infatti cambiato la propria impronta nel tempo e sta portando agli utenti dispositivi sempre più differenziati ed in ogni fascia di prezzo, ipoteticamente con margini differenti e con differenti parabole di sviluppo nel tempo. Il numero di dispositivi venduti, secondo Maestri, potrebbe essere un numero che riassume con eccessivo semplicismo la situazione, celando quelle che sono le reali potenzialità a cui gli investitori debbono badare.
Chiaramente l’assenza di tale informazione renderà più complessa la comprensione del grande meccanismo di casa Apple e questa improvvisa scelta potrebbe anche seminare qualche dubbio. A maggior ragione se ciò avviene in un momento particolare, quando per la prima volta gli smartphone iniziano a rallentare, i laptop non aumentano e i tablet non trovano spazi ulteriori di manovra: un momento di ipotetico stallo, insomma, nel quale farà la differenza la capacità di gestire le proprie risorse e di rimanere al passo con l’innovazione. Maturare dubbi su una azienda che siede su centinaia di miliardi di dollari, però, sarebbe quantomeno superficiale: più semplicemente Cupertino potrebbe aver scelto un differente tipo di comunicazione in virtù di una differente impronta che immagina nel suo rapporto con utenti e investitori negli anni a venire, rendendo consigliabile questo cambiamento di policy fin dall’immediato. Ed Apple sottolinea altresì subito di non essere la sola a perseguire questa strategia.
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Anche se va contro il desiderio di informazioni che utenti e investitori hanno per natura, tale scelta è del tutto lecita e tale pratica è del tutto comune. Quello che Luca Maestri intende fare, è promuovere una focalizzazione delle analisi basata su altri dati, che meglio premiano il margine dell’azienda al netto delle vendite in solido. Come a dire: non contate le mele, ma pesatele.
Le azioni Apple, dopo aver sfiorato i 230 dollari nel mese di ottobre, gravitano oggi poco al di sopra dei 200 dollari.