La software house Nexedi, che opera nello sviluppo di soluzioni open source destinate prevalentemente alle piccole e medie imprese, ha citato in giudizio Apple presso il Tribunale del Commercio di Parigi. Ciò che Nexedi contesta a Cupertino è lo scarso supporto dei prodotti sviluppati dalla software house da parte della app sviluppate per iPhone e iPad, ovvero per iOS, causando danni economici e ostacolando l’innovazione. Per comprovare le proprie affermazione, la software house francese è ricorsa ai test di valutazione del supporto delle tecnologie HTML5 offerte da html5test.com , eseguibili anche per i dispositivi mobile, dai quali emerge come i risultati di Safari (378 punti) siano molto lontani da quelli di Chrome (486 punti), primo nella speciale classifica che vede il browser di Apple occupare l’ottava posizione. In dettaglio, la società guidata da Jean-Paul Smets ha citato Apple per lo “squilibrio significativo tra i diritti e gli obblighi delle parti”, ovvero, nel diritto dei contratti, un’azione che mira ad impedire che un attore forte, come è sicuramente Apple nel settore degli smartphone di fascia alta, determinare situazioni di dipendenza da parte di attori più deboli, come sono Nexedi e le piccole software house.
Nexedi rimprovera ad Apple le condizioni di accesso all’App Store: Come è ben noto, per pubblicarvi un’app gli sviluppatori devono accettare un apposito contratto di licenza , ovvero utilizzare una serie di API esportate da iOS. Secondo la software house francese, le API e gli elementi messi a disposizione del framework di Apple non sono sufficienti per lo sviluppo di certe applicazioni che sfruttino HTML5. “Apple mina la libertà di d’innovazione e lo sviluppo di applicazioni commerciali” spiega Jean-Baptiste Soufron, avvocato della società. “È come se una catena di distribuzione (come Carrefour) non proponesse prodotti a marchio proprio, ad esempio dei fagioli verdi, e si rifiutasse di vendere fagioli biologici perché non sono prodotti al cento per cento dalla casa”, aggiunge l’amministratore delegato della società Jean-Paul Smets.
Apple impedirebbe inoltre agli sviluppatori di scaricare software esterni che possano essere eseguiti all’interno delle loro applicazioni, fatta eccezione per il “Webkit integrato di Apple” precisa l’avvocato Soufron, aggiungendo che si tratta di “un modo per la società (Apple) di assicurarsi in maniera artificiale una conseguente fetta di mercato”. Ciò impedisce di proporre alcuni servizi sugli iPhone, come una suite di web application per l’ufficio, che funzioni anche in maniera non connessa, o come un sito web di notifiche in tempo reali relative ad eventi importanti ecc.
Nexedi chiede al Tribunale del Commercio di sanzionare “qualsiasi clausola o pratica sleale o contraria all’equilibrio delle relazioni commerciali”. Si tratta di una richiesta molto interessante, visto che la strada del diritto di concorrenza non è percorribile, per il fatto che Apple non si trova in una posizione dominante nel mercato francese o europeo degli smartphone. Non si tratta della prima volta che la piccola società francese si lanci in una procedura giuridica per fare rispettare i propri interessi: nel 2011 l’AD di Nexedi è riuscito a fare annullare dal Tribunale Amministrativo di Lille una misura restrittiva nei confronti di software open source che necessitavano dell’utilizzo di tecnologie proprietarie di Oracle e di BusinessObejcts (SAP). Il processo contro Apple è stato fissato per il 4 febbraio 2017.
Thomas Zaffino