Dopo Intel anche Apple ha perso una causa contro un cosiddetto “patent troll”, ovvero aziende che non offrono prodotti o servizi, ma chiedono il pagamento di royalties eccessive per violazione dei brevetti. In questo caso, un tribunale del Texas ha dato ragione a PMC (Personalized Media Communications). La tecnologia “rubata” è quella usata per la funzionalità FairPlay.
Apple deve pagare 308,5 milioni di dollari
PMC aveva presentato una denuncia nel 2015, affermando che Apple ha violato sette suoi brevetti. L’azienda di Cupertino aveva contestato la validità dei brevetti presso il Patent Trial and Appeal Board dello USPTO, ma la corte di appello aveva successivamente rigettato la difesa di Apple, per cui il caso è finito in tribunale a marzo 2020. Dopo cinque giorni di processo, il giudice Rodney Gilstrap ha emesso una sentenza di condanna, ordinando il pagamento di 308,5 milioni di dollari a PMC.
Apple ha comunicato che presenterà appello, in quanto “casi come questo, presentati da aziende che non producono o vendono alcun prodotto, soffocano l’innovazione e alla fine danneggiano i consumatori“. I brevetti in questione sono stati utilizzati in FairPlay, la tecnologia DRM che Apple utilizza per distribuire contenuti protetti da iTunes, App Store e Apple Music.
PMC aveva denunciato anche Google e YouTube per la violazione di altri brevetti, ma senza successo. Altre cause sono in corso contro Netflix e Amazon.