Apple ed Ericsson si dovranno incontrare in tribunale per dirimere la questione legata alle royalty dovute per i brevetti LTE impiegati all’interno degli iPhone .
Per tali brevetti Apple ha pagato royalty ad Ericsson dal 2008: alla scadenza del contratto di licenza che le legava sono però seguiti due anni di strenui negoziati che alla fine hanno portato ad un nulla di fatto ed alla chiusura dei canali diplomatici.
A ricorrere al tribunale per prima è stata Apple, che vorrebbe ottenere dalla Corte del distretto Nord della California una sentenza che dichiari la non essenzialità dei brevetti Ericsson per lo standard LTE e che stabilisca che le royalty da essa dovute siano calcolate rispetto al prezzo del chip che le utilizza, e non in una percentuale proporzionata al costo dell’intero smartphone.
Di tutta risposta Ericsson l’ha controdenunciata rivolgendosi alla Corte che – come Apple ben sa – è meglio nota per le simpatie nei confronti dei detentori di brevetti: si tratta di quella del distretto Est del Texas, a cui ha chiesto di sanzionare Cupertino per l’utilizzo di tecnologie per cui non ha più la necessaria licenza, ormai scaduta.
La questione è complicata dal fatto che quelli in mano ad Ericsson sono brevetti essenziali ad uno standard tecnologico, l’LTE : ciò significa da un lato che la Mela non ne può fare a meno e dall’altro che il costo richiesto dal detentore per il loro sfruttamento debba essere basato su termini favorevoli e ragionevoli, descritto nella disciplina a stelle e strisce con l’acronimo FRAND ( fair, reasonable, and non-discriminatory ).
La misura di questo ragionevole è dunque il centro dello scontro tra le due grandi aziende.
Claudio Tamburrino