Apple ha chiesto all’organo responsabile degli standard ETSI (GSM, UMTS, 3G) di rivedere le regole che attengono ai brevetti essenziali per questi.
Quelle degli standard tecnologici, degli organi che li riconoscono e della conseguente volontà di far circolare i brevetti per essi essenziali senza compromettere né l’omologazione di talune tecnologie né le aziende che intendono lavorarci, sono questioni brevettuali di cocente attualità: basti pensare all’ indagine europea che Samsung rischia di dover affrontare per l’accusa di non aver rilasciato ad Apple i suoi brevetti legati allo standard 3G sotto condizioni “giuste, ragionevoli e non discriminatorie”.
Questo è l’aspetto chiave del rapporto tra standard e brevetti: per assicurare che uno standard tecnologico sia impiegato da tutti e al contempo che i titolari della tecnologia che lo costituisce siano retribuiti per la loro ricerca, i brevetti ottenuti su di esse devono essere concessi sotto quelle che vengono definite condizioni FRAND ( Fair, Reasonable And Non-Discriminatory ).
Ora Apple ha scritto all’organo europeo responsabile degli standard GSM, UMTS e 4G, lo European Telecommunications Standards Institute (ETSI), affinché provveda a colmare la mancanza di uno schema più preciso di licenze per i brevetti legati ad essi e quindi necessari alla costruzione di tutti i dispositivi mobile.
Secondo Cupertino servono regole più precise per stabilire le royalty consone ai principi FRAND e per superare la mancanza di trasparenza conseguente alla “riservatezza” che copre tutti i contratti finora stipulati, che non permette di capire chiaramente cosa significhi avere condizioni giuste, ragionevoli e non discriminatorie.
Da un lato , insomma, Apple – che detiene anch’essa alcuni brevetti fondamentali per diversi standard – sembra star lavorando per migliorare le condizioni alle quali si diffondono gli standard, dall’altra ha al momento tutto da guadagnare in quanto disinnescherebbe alcune delle principali accuse mosse dai suoi confronti da Google via Motorola e da Samsung. Quanto meno otterrebbe di uscirne con la possibilità di sottoscrivere accordi a condizioni migliori.
Google, d’altronde, ha anch’essa mosso passi importanti sul fronte standard-brevetti: ha promesso di onorare gli impegni assunti da Motorola con licenze che appunto rispettino i termini FRAND.
Claudio Tamburrino