Le indiscrezioni si addensano all’orizzonte di Google e Apple: la Commissione Europea sarebbe pronta ad agire nei confronti delle due aziende, rispettivamente nel contesto del quinquennale confronto antitrust incentrato sul search e sull’advertising e riguardo alla posizione dominante che Cupertino potrebbe assumere con il prossimo lancio del proprio servizio di streaming musicale.
È il Wall Street Journal a riferire che il caso antitrust europeo che da tempo coinvolge Google sarebbe vicino ad una svolta, come confermerebbero anche i rinvii nelle procedure giudiziarie in corso nel Regno Unito per un caso parallelo a quello discusso in seno all’UE: né le soluzioni radicali suggerite dalla politica né le proposte di volta in volta formulate da Google nel tentativo di appianare il caso, stando alle indiscrezioni del WSJ , avrebbero saputo accontentato l’Europa, oltre ad aver lasciato insoddisfatti i concorrenti, da Yelp a Microsoft , passando per gli editori .
Ora la Commissione Europea, dopo la riflessione seguita all’insediamento del nuovo organico, avrebbe chiesto alle aziende che si erano mosse contro Mountain View di poter rendere pubbliche le loro denunce. Una pratica che preluderebbe allo statement of objections , le accuse formali dalle quali la Grande G dovrà difendersi per sfuggire alle sanzioni che possono raggiungere il 10 per cento del fatturato annuale dell’azienda colpevole, che per Mountain View significa 6 miliardi di dollari.
In una fase ancora embrionale sarebbe invece il caso che potrebbe coinvolgere Apple e il suo servizio di streaming musicale, il cui lancio si sta preparando in un chiacchiericcio che si è innescato con l’ acquisizione di Beats: le autorità europee, suggeriscono le fonti del Financial Times , avrebbero inviato agli operatori di settore e ai discografici un questionario per cominciare a sondare il terreno rispetto alla configurazione che il mercato potrebbe assumere dopo che Apple avrà scoperto le proprie carte.
L’Europa, a seguito di una denuncia formulata da soggetti ancora ignoti, sembra temere che esistano le condizioni affinché la Mela possa sfruttare il proprio potere negoziale per strappare le etichette alla concorrenza dei soggetti che hanno aperto la strada al business dello streaming musicale. Apple potrebbe proporre loro contratti di esclusiva capaci di trasformare il mercato, magari orientandolo verso un modello che non ammette la gratuità supportata dall’advertising.
Le indiscrezioni non hanno ancora trovato supporto in alcuna conferma ufficiale.
Gaia Bottà