Il download è automatico, si innesca nel momento in cui un dispositivo compatibile è in carica e sotto copertura WiFi. L’installazione è facoltativa, ma vivamente e periodicamente raccomandata. C’è però chi chiede il diritto di poter fare a meno di iOS 7: della nuova iterazione del sistema operativo e pure del file di installazione, capace di rubare spazio a software che l’utente sceglie davvero di installare.
La denuncia è stata mossa da un utente californiano di prodotti Apple, tale Mark David Menacher, che si è rivolto a un tribunale della contea di San Diego per ottenere da Tim Cook una soluzione, e un piccolo risarcimento. L’utente attacca il meccanismo con cui Apple incoraggia all’aggiornamento al nuovo sistema operativo per i suoi gadget: il download dei file di installazione avviene automaticamente, nel momento in cui il dispositivo è alimentato tramite cavo e connesso in modalità WiFi. È vero che l’update si avvia solo con il consenso esplicito dell’utente, ma coloro che non intendessero procedere all’aggiornamento sono costretti a convivere con il file di installazione , che può occupare oltre un GB di spazio, sottratto ad applicazioni o contenuti con cui l’utente potrebbe accessoriare il dispositivo.
Nessun particolare pregiudizio nei confronti di iOS 7, da parte di Menacher: l’utente vorrebbe semplicemente una soluzione per poter conservare la precedente versione del sistema operativo senza la zavorra del file di installazione del nuovo e senza il periodico invito all’aggiornamento. L’uomo spiega di aver chiesto assistenza a Apple, rivolgendosi ai tecnici e puntando poi ai vertici: nessuna risposta.
Per questo motivo ha sporto denuncia: “Pur non avendolo richiesto e pur non desiderandolo, ha scaricato del software su diversi iDevice – così Menacher descrive la propria situazione nei documenti depositati in tribunale – Questo rappresenta una frode, un abuso e un furto”. Le dinamiche dell’aggiornamento scelte da Apple spingerebbero all’upgrade per sfinimento, sottraendo nel contempo prezioso spazio di archiviazione. Con queste accuse l’utente chiede la rimozione dei file di installazione dai dispositivi della sua famiglia e 50 dollari che possano compensare le spese per l’azione legale e il tempo perduto. “Il disprezzo di Apple per le preferenze degli utenti riguardo a iOS 7 – punta il dito Menacher – è bullismo aziendale”. Il 71 per cento degli utenti dotati di dispositivi compatibili ha già effettuato l’aggiornamento .
Gaia Bottà