Comunque vada, quello che si sta svolgendo davanti al tribunale federale statunitense presieduto dal giudice Lucy Koh e che vede Samsung e Apple contrapposte non può che essere considerato il processo dell’anno per quanto riguarda il settore ICT .
Il 2012, d’altronde, ha visto imporsi come argomento caldo il design, affiancandosi come importanza e pressione mediatica ai casi con al centro i brevetti tecnologici.
Non a caso le cifre spese finora dalle due aziende per organizzare difesa e testimoni sembrano già elevatissime: solo per l’ultimo testimone in ordine di tempo, l’esperto di design Peter Bressler, Apple ha speso finora 75mila dollari. Certo, essendo inventore o co-inventore di circa 70 brevetti di design e già testimone in altri 7 processi, si tratta di un esperto di altissimo livello con un cachet all’altezza.
Questo, d’altronde, non ha impedito ai legali di Samsung di fargli ammettere che non è detto che le supposte somiglianze, rilevate sia dagli esperti che inconsciamente dagli utenti tra iPhone e i dispositivi Samsung, bastino a confondere al momento dell’acquisto costituendo dunque detrimento per le vendite di Apple.
La cifra spesa da Cupertino, in ogni caso, può far intuire quanti soldi girano intorno al processo tra i due giganti dell’ICT. Convocati da Apple, solo nei prossimi giorni, ci sono ancora esperti come Russel Winer, professore di marketing all’Università di New York, e Ravin Balakrishnan, informatico dell’Università di Toronto.
Oltre che per le cifre e l’impegno movimentato dai due colossi, il processo è importante per le questioni in gioco. Finora ha riguardato il design esterno dei device , aspetto che investe l’evoluzione storica di smartphone e tablet e che ha visto Apple cercare di mettere in luce la sospetta convergenza successiva all’uscita dei suoi dispositivi, e Samsung sottolineare come si tratti di caratteristiche (ampio schermo touchscreen, semplicità delle linee, spessore limitato) chieste dal pubblico e dunque non rivendicabili in esclusiva da Cupertino.
Ora la questione è stata estesa anche ad alcune caratteristiche interne dei dispositivi: le icone dell’interfaccia utente .
Apple ha mostrato una serie di immagini relative alle icone utilizzate dai dispositivi di Samsung, che si sono sempre più avvicinate a quelle di Apple: dall’ingranaggio mostrato nell’icona delle impostazioni, all’immagine di un fiore dell’app dedicata alla galleria fotografica, passando per quella necessaria ad effettuare chiamate che ha finito per avere anche lo stesso colore (verde) di quella di iPhone.
Durante una domanda di uno dei legali di Samsung al vertice alla strategia della coreana, poi, è stato nominato il momento “di crisi del design” dell’azienda, questione che ha permesso ad Apple di far rientrare tra le prove un memo interno del vertice delle comunicazioni mobile di Samsung JK Shin, in cui esso descrive la differente user experience tra i propri smartphone e quelli Apple come “la differenza tra la terra e il paradiso”: un distacco rispetto ad un concorrente fino a quel momento non considerato che avrebbe aperto nell’azienda coreana una vera e propria “crisi di design” e instillato l’idea che il modello di interfaccia utente offerta da iPhone fosse ormai un modello di riferimento da perseguire, se non un vero e proprio standard di settore.
Da parte sua Samsung sta cercando di far ammettere nel dibattimento alcune informazioni riservate relative alle vendite di iPhone e iPad, presumibilmente per dimostrare come le loro vendite non siano state intaccate: per il momento tuttavia Apple ha ottenuto dal giudice che siano divulgate solo alcune parti di questi dati.
Claudio Tamburrino