Apple e Twitter alle prese con lo spam

Apple e Twitter alle prese con lo spam

Cupertino messa in guardia sulle debolezze di iMessage. Un terzo dei messaggi spazzatura al mondo transiterebbe per i server Apple. Twitter intanto si ingegna e sfida i bot: con buoni risultati, dice
Cupertino messa in guardia sulle debolezze di iMessage. Un terzo dei messaggi spazzatura al mondo transiterebbe per i server Apple. Twitter intanto si ingegna e sfida i bot: con buoni risultati, dice

Social media e servizi di messaggistica hanno un problema comune: lo spam. Mentre uno studio mette in guardia Cupertino dalle possibilità che iMessage offre ai malintenzionati, Twitter ha deciso di lanciare la sfida ai bot con una serie di strumenti ad hoc.

Secondo Cloudmark , azienda che si occupa di sicurezza, iMessage sarebbe responsabile del 30 per cento dei messaggi di spam in circolazione . iMessage – secondo la ricerca di Cloudmark – è diventato “un modo facile ed economico” per gli spammer che vogliono intasare i dispositivi degli utenti iOS e OS X. iMessage è infatti un servizio trasversale a tutti i dispositivi Apple: tramite di esso, dunque, gli spammer possono sfruttare poche righe di codice per mandare messaggi a chiunque possieda un dispositivo con la Mela.

Inoltre, con pochi clic è possibile sapere immediatamente se un determinato numero è o meno registrato sulla rete iMessage : in questo modo non solo gli spammer hanno a disposizione una rete trasversale di utenti mobile e di Mac , ma anche un metodo automatizzabile per individuare i numeri corrispondenti ai diversi account. Infine iMessage offre il vantaggio di confermare se un messaggio è stato letto : tutte queste opzioni lo rendono oro colato per i malintenzionati, anche se a disposizione degli utenti con la mela c’è la possibilità di disabilitare le notifiche da parte degli utenti non presenti nella propria lista di contatti .

Twitter, da parte sua, deve vedersela con i bot che operano sulla sua piattaforma: pur avendo, nei giorni scorsi , negato che i 23 milioni di utenti che accedono allo stream tramite parti terze o servizi automatizzati siano effettivamente bot, ha ora divulgato le informazioni circaa “BotMaker”, un sistema da qualche mese attivo specificamente per dare la caccia ai contenuti indesiderati .

BotMaker, in pratica, analizza il contenuto del flusso dei tweet, intervenendo attraverso tre diverse funzioni per cercare di prevenire la produzione di spam, il tempo in cui i messaggi di spam vengono mostrati in timeline e velocizzando la capacità di reazione all’individuazione di attacchi spam. Secondo quanto riferisce Twitter, BotMaker sarebbe già riuscito a diminuire lo spam del 40 per cento .

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
22 ago 2014
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