Sebbene siano passati ormai svariati anni dal caso passato alla storia come Batterygate, gli strascichi legali non sono terminati e oggi Apple si ritrova ancora a dover fare i conti con la vicenda.
Apple: ancora guai per il Batterygate di iPhone
A distanza di tempo dallo “scoppio” del caso, un gruppo di consumatori inglesi ha mandato avanti un procedimento legale da 1,6 milioni di sterline, sostenendo in tribunale che Apple ha sfruttato il sistema software per la gestione dell’alimentazione per celare problemi alle batterie degli iPhone.
Apple ritiene che l’accusa sia priva di ogni fondamento e si è pertanto opposta alla tesi della comtroparte, eccezion fatta per un numero ridotto di iPhone 6s a cui è stata però offerta la sostituzione gratuita della batteria.
Al riguardo, l’azienda capitanata da Tim Cook ritiene che il sistema software introdotto nel 2017 per gestire in maniera adeguata le batterie usurate ha ridotto mediamente le prestazioni degli iPhone “in difficoltà” del 10%.
Per chi non lo sapesse oppure non ne avesse memoria, anni addietro saltò fuori che con iOS 10.2.1 e 11.2.0, Apple aveva introdotto un sistema che riduceva la frequenza del processore di iPhone, dunque l’assorbimento richiesto alla batteria, in maniera tale da evitare spegnimenti improvvisi del dispositivo durante l’effettuazione di operazioni particolarmente impegnative.
La cosa fece andare su tutte le furie i consumatori americani e quelli europei a causa della scarsa trasparenza sulla faccenda di Apple, con un susseguirsi di intensi procedimenti legali, nonostante le scuse pubbliche poste dal gruppo di Cupertino.