Se del presunto visore Apple per la realtà mista sembriamo sapere ormai quasi tutto, emergono ulteriori retroscena sulla scelta di optare tra un dispositivo standalone e uno da abbinare ad una stazione base.
Stando ad alcune informazioni raccolte da The Information, pare che i piani alti di Cupertino abbiano optato per la prima soluzione. Una scelta che sarebbe andata in controtendenza a quella che avrebbe preferito Mike Rockwell, direttore del progetto. L’idea iniziale prevedeva infatti di affidarsi ad una stazione base alimentata da un processore M1 Ultra.
Il visore AR/VR di Apple sarà standalone: le conseguenze di questa scelta
La decisione che, ripetiamo, sarebbe stata spinta dai dirigenti Apple avrebbe avuto delle conseguenze a lungo termine sullo sviluppo dell’apparecchio, come scrive The Information:
“Quando è stata presa questa scelta, i chip multipli del dispositivo erano già in fase di sviluppo da diversi anni. Questo ha reso impossibile tornare al tavolo di progettazione per creare, ad esempio, un singolo chip capace di gestire tutte le attività del visore. Inoltre, altre sfide, come l’integrazione di 14 videocamere, hanno causato grattacapi agli ingegneri hardware e algoritmici“.
Nel report si legge inoltre che Jony Ive avrebbe continuato a fornire la sua consulenza sul design anche dopo il suo addio alla Apple, annunciato nell’estate del 2019. In particolare, l’ex chief design officer della compagnia, avrebbe insistito sull’utilizzo di una batteria indossabile, ispirandosi alla soluzione di Magic Leap. Non è chiaro per il momento quale sia stata la decisione finale, spiega The Information, dato che alcuni prototipi includevano la batteria nell’archetto superiore del visore.
Di recente, pare che il team di sviluppo abbia mostrato l’headset AR/VR al consiglio di amministrazione di Apple: un segnale che potrebbe avvicinarci alla presentazione pubblica. Stando ad alcune fonti, l’annuncio potrebbe arrivare alla fine di quest’anno, ma per il lancio sul mercato bisognerà aspettare l’autunno 2023.