In attesa dell’imminente Worldwide Developers Conference (WWDC) di San Francisco, programmata per il 9-13 giugno, sono andato a riguardarmi cos’era successo negli scorsi anni. Tra la presentazione di nuove versioni del sistema operativo, e l’introduzione di nuovi prodotti hardware, si è sempre parlato molto di Mac.
Fu proprio in occasione della WWDC del 2005 che venne annunciato lo storico passaggio ai processori di Intel, mentre due anni prima, nella stessa occasione, venivano lanciati i primi PowerMac con processore G5, la cui commercializzazione sarebbe iniziata solo qualche mese più tardi (denunciando già da subito qualche problema nello sviluppo di questo processore).
Lo scorso anno il padrone indiscusso della WWDC fu Leopard, ma si iniziò a parlare anche di iPhone e delle applicazioni Web 2.0. Quest’anno, salvo sorprese, è probabile che il melafonino la farà da protagonista, quantomeno durante il tradizionale discorso di apertura del boss di Apple, Steve Jobs.
Molti danno per scontato che il 9 giugno Jobs presenterà il nuovo iPhone 3G: ipotesi più che plausibile, che vede la convergenza di molte indiscrezioni e numerosi indizi, primo su tutti il fatto che l’attuale modello di iPhone è dato come “non disponibile” sui vari Apple Store (e questo accade già dal 12 maggio).
Chi si aspetta qualcosa di rivoluzionario potrebbe rimanere deluso: esteticamente parlando, con tutta probabilità l’iPhone 3G sarà simile, se non identico, al modello attuale, fatta salva la possibile disponibilità in colori diversi (si è parlato di nero, bianco, e alluminio, ma qualcuno ha diffuso anche delle immagini in cui si vede un modello di colore rosso scuro). Altre indiscrezioni dicono che dovrebbe essere più spesso al centro e più sottile ai lati, un fattore di forma che richiama le linee del MacBook Air ma che, per un cellulare, potrebbe essere poco azzeccato: se la bombatura dovesse essere troppo marcata, come visto in certi disegni più o meno attendibili, il cellulare appoggiato sul tavolo potrebbe diventare una “trottola” instabile a rischio continuo di cadute.
Dal punto di vista hardware, l’unica cosa certa è che l’iPhone di nuova generazione avrà il supporto per una connettività a larga banda. Sarebbe interessante se avesse anche un GPS integrato (che potrebbe ampliare le potenzialità di Google Maps) o addirittura, come ventilato da alcuni, la possibilità di ricevere radio e TV digitali: se così fosse, l’iPhone diverrebbe davvero un cellulare tuttofare.
Al di là delle indiscrezioni sulle potenzialità hardware, la vera differenza la farà il software, soprattutto quello realizzato da terze parti: dopotutto la WWDC è una conferenza per sviluppatori, quindi il software e i tool di sviluppo dovrebbero rappresentare l’argomento principale della manifestazione.
Jobs aveva annunciato che per il mese di giugno sarebbe stato creato l’Application Store, un negozio virtuale realizzato sulla falsariga dell’iTunes Store dove ogni sviluppatore può mettere in vendita (o regalare come freeware) il software per iPhone e iPod Touch sviluppato con l’apposito SDK rilasciato da Apple nel mese di marzo. Il fatto che nel contesto della WWDC siano stati indetti degli appositi premi per questa categoria di software, indica che molto probabilmente si parlerà diffusamente di questo argomento, anche perché alcuni esponenti del settore (per esempio Google) si sono detti pronti a mettere in vendita i loro primi lavori non appena l’Application Store aprirà i battenti: queste aziende saranno certamente ansiose di mostrare le loro creazioni durante la WWDC.
Fatte queste premesse, possiamo osservare che l’arrivo dell’Application Store, e la possibilità di installare software ufficiale sul melafonino, non è legato all’arrivo di un modello 3G del telefono, ma piuttosto al rilascio della nuova versione 2.0 del firmware (una vera e propria versione ridotta di Mac OSX) che equipaggia tanto l’iPhone quanto l’iPod Touch. Sebbene gli indizi siano molti, e sebbene molti operatori abbiano annunciato una disponibilità a breve (soprattutto in quei paesi dove l’iPhone non è ancora in vendita), non è quindi scontato che l’iPhone 3G debba essere presentato nel contesto della WWDC, anche se il suo arrivo dovrebbe essere imminente.
A sostegno di questa tesi, possiamo aggiungere la notizia secondo la quale i clienti di Orange stanno ricevendo un’offerta per cambiare il vecchio iPhone EDGE con il nuovo 3G, cambio che avverrebbe dietro il pagamento di 50 euro e il prolungamento del contratto di abbonamento. In realtà l’incertezza è ancora molto elevata, e solitamente in queste circostanze l’ipotesi più probabile è che l’iPhone 3G venga presentato, ma commercializzato solo più avanti, sicuramente dopo il rilascio definitivo del firmware 2.0.
In ogni caso, sperando che durante la WWDC non si parli solo di iPhone ma anche di Mac, voglio fare una rapida carrellata sulle altre possibili novità che potrebbero venire alla luce la prossima settimana.
Parlando di hardware, i recenti annunci del ritardo di Centrino 2 ( Montevina ) spostano di un paio di mesi la possibilità di vedere un rinnovamento della gamma dei portatili, anche se in realtà i problemi di certificazione del WiFi e del bug nel chipset grafico andrebbero ad intaccare solamente i MacBook e non i MacBook Pro, che per questi compiti utilizzano componenti esterni.
Resta sempre aperta l’incognita del Mac mini, la cui sorte (in mancanza di aggiornamenti) sembra sempre più appesa ad un filo, ma è improbabile che l’aggiornamento arrivi contestualmente alla WWDC: alcune analisi di mercato (che dovranno essere confermate dai risultati fiscali) dicono che Apple sta vendendo molti computer, tra il 35% e il 40% in più rispetto allo scorso anno, soprattutto portatili. In questa situazione Apple non ha alcuna fretta di rinnovare il Mac mini, anche se un buon aggiornamento (magari una “fusione” con Apple TV) e un ritocco nel prezzo, potrebbero dar vita ad una macchina dal grande potenziale.
Lasciando volare la fantasia, complice anche le notizie sui possibili chip Atom dual-core, si continua vociferare di un fantomatico tablet made in Apple. Personalmente resto sempre scettico su notizie di questo genere: la strada scelta da Apple per i dispositivi palmari è quella dell’iPhone e dell’iPod Touch, ovvero con un’interfaccia realizzata ad hoc per essere utilizzata con i gesti delle dita. Il sistema attuale però non sembra adatto per trovare spazio su schermi di dimensioni molto maggiori: possiamo immaginarlo su un display da 5,6 pollici, ma già su un 7 pollici sarebbe una forzatura. Viceversa, se anche si volesse usare la versione standard di Mac OS X, difficilmente lo si potrebbe utilizzare su schermi più piccoli di un 11 pollici, altrimenti molte applicazioni diventerebbero ingestibili.
Tutte queste considerazioni valgono per i due sistemi così come li conosciamo oggi, ma la WWDC potrebbe rivelare altre sorprese proprio in tal senso: due anni fa vennero mostrate le prime caratteristiche di Leopard, e la prossima settimana Apple potrebbe rivelare le prime notizie sulla futura release di Mac OS X, una release che potrebbe prendere in prestito alcune delle caratteristiche viste sull’iPhone, come il multi-touch, per ampliare gli orizzonti di Mac OS X verso una nuova generazione di dispositivi.
Sicuri che anche in questi giorni le indiscrezioni non mancheranno, non resta che darci appuntamento per la prossima settimana, quando tutte le novità saranno infine svelate.
Domenico Galimberti
(Per contattare l’autore scrivere alla redazione )