Apple Intelligence migliora con la privacy differenziale

Apple Intelligence migliora con la privacy differenziale

Apple ha svelato come migliorerà le funzionalità AI, come la generazione di emoji e testo, sfruttando la tecnica della privacy differenziale.
Apple Intelligence migliora con la privacy differenziale
Apple ha svelato come migliorerà le funzionalità AI, come la generazione di emoji e testo, sfruttando la tecnica della privacy differenziale.

Le funzionalità di Apple Intelligence erano una delle novità più attese degli iPhone 16, ma il rilascio graduale, i bug e le promesse mancate hanno causato un danno d’immagine e portato ad una riorganizzazione interna. Un articolo pubblicato sul sito Machine Learning Research descrive come Apple migliorerà la generazione di emoji e testo sfruttando la privacy differenziale.

Soluzioni per rispettare la privacy

La privacy differenziale viene utilizzata da molti anni per migliorare le funzionalità dei sistemi operativi attraverso la raccolta di dati aggregati sull’uso da parte degli utenti. Non viene registrata nessuna informazione che permette di risalire all’identità del singolo utente.

La tecnica viene sfruttata anche per Apple Intelligence. L’azienda di Cupertino aveva già comunicato che non usa i dati personali e le interazioni degli utenti per addestrare i modelli AI. Elimina inoltre eventuali informazioni sensibili, come numeri di sicurezza sociale e carte di credito, dai dati pubblici prelevati su Internet.

La privacy differenziale viene usata per la funzionalità Genmoji. Se l’utente accetta l’invio dei dati sull’utilizzo (opt-in), i prompt inseriti per generare le emoji permetteranno di migliorare i modelli. Apple vede solo i prompt più comuni e non può associare i prompt ai singoli utenti. Non sono registrati gli indirizzi IP dei dispositivi, né gli ID degli account. La tecnica verrà utilizzata in futuro anche per migliorare altre funzionalità AI (Image Playground, Image Wand, Memories Creation, Writing Tools e Visual Intelligence).

Il metodo usato per Genmoji non è efficace per analizzare testi di maggiore lunghezza, come avviene nella generazione dei riassunti delle email o delle notifiche. Apple crea quindi dati sintetici che coprono diversi argomenti con i modelli AI. Nel caso delle email vengono inviati messaggi sintetici ai dispositivi e individuato quelli più selezionati. Ciò avviene senza accedere ai messaggi reali, garantendo quindi la privacy.

Fonte: Apple
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Pubblicato il
15 apr 2025
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