Siri, assistente vocale di Apple, non sarebbe altro che “un giocattolo”, il resto della schiera di assistenti vocali come Google Now e Cortana sarebbero condannati ad essere dimenticati dal pubblico: in un post sul proprio blog risalente al mese di marzo, ora non raggiungibile se non con qualche artificio , così la startup VocalIQ descriveva il panorama delle interfacce vocali, incapaci di capire l’utente e incapaci di chiedere spiegazioni, in grado solo di fornire risposte non basate su una reale comprensione delle richieste. VocalIQ è stata ora acquisita da Apple.
L’azienda britannica, spin off del Dialogue Systems Group dell’Università di Cambridge, si occupa di analisi del linguaggio naturale e ha approntato un sistema di machine learning in grado di affinare progressivamente la comprensione semantica del parlato dell’utente, così da rendere più naturale ed efficace l’interazione con gli assistenti vocali. Non temeva di descrivere come “medievale” l’approccio della concorrenza che “ancora impiega diagrammi di flusso preimpostati per le risposte” e che si limita a migliorare la comprensione del parlato dell’utente, senza operare nell’ambito della comprensione del significato e del contesto delle sue richieste. Con l’acquisizione da parte di Cupertino e la prospettiva di contribuire al cambio di paradigma in Apple, VocalIQ ha evidentemente scelto di archiviare le proprie sentenze.
I dettagli dell’operazione della Mela rimangono per ora riservati: se è intuibile che le tecnologie e le competenze dell’azienda britannica verranno impiegate per far crescere Siri, le strade esplorate da VocalIQ suggeriscono altre potenziali applicazioni. L’azienda ha all’attivo una partnership con General Motors votata all’integrazione delle proprie soluzioni nei sistemi di intrattenimento a bordo: c’è evidentemente materiale per Apple Carplay, che già si confronta con gli altri progetti della concorrenza di Google e Microsoft .
Ma le ambizioni di VocalIQ in ambito automotive non si limitano all’infotainment di bordo: la startup ha già intrapreso ricerche mirate a sviluppare soluzioni di assistenza capaci di affiancare il guidatore umano nel contesto della guida driverless, nelle quali l’automobile sia a tutti gli effetti un co-pilota. È per questo che gli osservatori ravvisano nell’acquisizione un tassello importante in vista del chiacchierato Project Titan, il fronte automobilistico della ricerca di Cupertino.
Gaia Bottà