Roma – C’è chi non può più farne a meno e chi invece lo odia, ma in un modo o nell’altro tutti ne parlano, e in questi ultimi giorni se ne parla ancora di più. Stiamo parlando dell’iPhone, il telefono di Apple che non supporta Java, non supporta Flash, non può essere usato come modem, non permette di installare altre applicazioni (non per ora, perlomeno, e non ufficialmente), che costa tanto e che si può usare (almeno ufficialmente) solo sottoscrivendo contratti di abbonamento con gli operatori scelti da Apple e solo su rete EDGE.
Con tutte queste lacune, o presunte tali, l’iPhone sarebbe dovuto scomparire dal mercato, e invece sta collezionando record: dopo aver conquistato in breve tempo un terzo del mercato degli smartphone, il dato più impressionante è che l’iPhone è responsabile di tre quarti del traffico dati generato dai dispositivi mobili. Dai risultati di una ricerca eseguita qualche settimana fa, emerge infatti che gli utenti di iPhone telefonano molto meno rispetto a quelli degli altri cellulari, ma navigano molto di più in Internet, controllano più frequentemente l’e-mail, e sfruttano molto di più le capacità multimediali del melafonino.
Insomma, al di là dei dati tecnici, Apple sembra aver avuto avuto l’intuizione giusta: non si è limitata, infatti, a progettare un semplice telefono cellulare, ma ha saputo creare un dispositivo nuovo andando ad esplorare nuove fasce di mercato. L’iPhone, oltre ad essere un iPod con spiccate capacità multimediali, è dotato di connettività WiFi, utilizza un browser per tutto simile a quello dei normali computer, è dotato di applicazioni che attingono costantemente dati dalla rete, ed è stato pensato per utilizzare applicazioni web 2.0; si tratta a tutti gli effetti di un terminale web utilizzabile attraverso un’interfaccia basata su nuovi concetti e perfettamente usabile con le sole dita, e realizzato su un hardware con un ottimo potenziale, come mostrato in occasione della presentazione dell’ iPhone SDK .
In mezzo a tutto questo, la connettività alle reti di telefonia mobile sembra quasi che sia stata aggiunta solo per consentire agli utenti di collegarsi ad Internet anche quando non c’è nessuna rete wireless a disposizione, e questa sensazione è amplificata sia da alcune carenze nel comparto telefonico, sia dalla volontà di Apple di vendere il telefono abbinato ad un abbonamento che consenta di collegarsi ad Internet senza grossi pensieri, con tariffe flat (o quasi).
La risposta degli sviluppatori web è stata immediata, con migliaia di web application e siti sviluppati “a misura” di iPhone; ora però, se Apple vuole continuare sulla via del successo (e magari raggiungere i 40 milioni di iPhone entro la fine del 2009, come hanno pronosticato alcuni analisti), deve anche saper ascoltare le richieste degli utenti e andare a coprire anche quelle fasce di mercato che hanno esigenze diverse.
Per migliorare il comparto telefonico e andare a coprire il mercato business (leggasi agenda appuntamenti e mail aziendali con modalità push) Apple ha già preparato la nuova versione del firmware, che a tutti gli effetti è una nuova release del sistema operativo che gira sul melafonino, una sorta di versione mobile di Mac OS X.
Un altro punto importante per migliorare il telefono è quello del software di terze parti: fin dal momento del lancio, l’iPhone è stato oggetto di hack allo scopo di “sbloccarlo” e installare applicazioni fatte in casa. Questa necessità sarà presto colmata dalla versione definitiva dell’SDK (la cui beta è stata scaricata da centinaia di migliaia di persone) e dal lancio dell’Application Store, parente stretto dell’iTunes Store sul quale tutti potranno mettere in vendita (o regalare) il proprio software. Nonostante ciò, è facile immaginare come lo sviluppo di applicazioni indipendenti continuerà su canali paralleli esattamente come avviene ora.
Ma arriviamo alle questioni più cruciali, che potrebbero cambiare la strategia di Apple in questo settore. In Europa l’iPhone fatica a vendere, e ciò sia perché è venduto in pochi paesi sia perché il legame con un operatore piace poco agli europei (in Francia è in vendita anche un modello ufficialmente libero da vincoli); ma soprattutto, fatica perché l’Europa non si accontenta dell’EDGE, ma vuole tecnologie di connessione più evolute come UMTS e HSDPA.
In ogni caso, pare che l’iPhone 3G sia ormai in dirittura d’arrivo e l’Italia, dove il melafonino non è ancora in vendita, potrebbe essere tra i primi paesi ad ospitare la nuova versione del telefono Apple grazie all’ accordo appena siglato con Telecom. La notizia più interessante però riguarderebbe la volontà di Apple di mettere in vendita dei modelli sbloccati: il condizionale è d’obbligo, anche perché i termini dell’accordo con Telecom e la strategia di Apple non sono al momento ben chiari: che senso avrebbe un accordo con TIM se poi il telefono verrebbe venduto senza blocco? Forse TIM potrebbe avere l’esclusiva di un prezzo di favore che gli permette di offrire il telefono in bundle con un abbonamento vantaggioso, ma gli altri operatori (senza vincoli con Apple) potrebbero fare abbonamenti più interessanti, tali da compensare il prezzo maggiorato del modello sbloccato.
Un’altra possibilità è che TIM possa ricevere in esclusiva il modello EDGE, mentre ad essere venduto senza blocchi sarebbe solo il modello 3G: questo spiegherebbe i pochi mesi di esclusiva che rientrerebbero nell’accordo appena firmato, e consentirebbe di non rovinare i piani a tutti gli altri operatori telefonici che attualmente stanno vincolando l’iPhone EDGE ai loro abbonamenti; questo però significherebbe anche che l’iPhone 3G non arriverà a giugno, ma solo qualche mese più in là, probabilmente dopo l’estate.
A questo punto però i discorsi sulle possibili strategie diventano più complicati: Apple si troverebbe a gestire due tipologie di telefono (EDGE e 3G), con due tipi di vendita differente (vincolata all’operatore o sbloccato), e con l’Application Store alle porte, che idealmente dovrebbe garantire lo stesso software per entrambi i telefoni (nonché per l’iPod Touch). Differenziare le offerte, anche a livello di prezzo, non sarà una cosa semplice, anche se Apple potrebbe abbassare i margini di guadagno contando sugli introiti derivanti dalla vendita di applicazioni.
A tal proposito va notato come Apple stia dando molta rilevanza a questo aspetto, aspetto che inizialmente aveva invece completamente ignorato: la Worldwide Developers Conference del 2008 (la conferenza annuale degli sviluppatori Apple che quest’anno si terrà tra il 9 e il 13 giugno) riserverà decine di sessioni dedicate all’iPhone, alcune delle quali specifiche per lo sviluppo di giochi, e introdurrà premi specifici per i migliori software sviluppati con la versione beta dell’SDK e per la migliore Web Application.
Salvo sorprese, dovremo attendere proprio la WWDC per avere qualche rivelazione in più, e nel frattempo i bilanci trimestrali mostrano che le vendite di iPhone restano comunque alte: con 1,7 milioni di unità vendute nell’ultimo trimestre, il target dei 10 milioni di iPhone entro la fine del 2008 dovrebbe essere rispettato senza grossi problemi, ma con le novità in arrivo nei prossimi mesi è lecito aspettarsi numeri sensibilmente più elevati.
Domenico Galimberti
(Per contattare l’autore scrivere alla redazione )