A fine anno abbiamo tirato le somme sul 2014 di Apple, ipotizzando le possibili mosse del 2015. Abbiamo anche detto che Tim Cook, nonostante le numerose e inevitabili critiche (inevitabili perché il confronto con Jobs era ed è tutt’ora inevitabile anche se, a mio avviso, fuori luogo) è riuscito a condurre Apple con ottimi risultati, sia considerando l’andamento del titolo AAPL, sia considerando il continuo aumento di vendite di iPhone, e del market share dei Mac. Anche le stime di fatturato del trimestre natalizio da poco concluso erano previste da tutti gli analisti in grande crescita, andamento dovuto soprattutto all’apprezzamento del pubblico nei confronti del nuovo iPhone (a dispetto del fantomatico bendgate , del quale nessuno sembra più parlare…): non dimentichiamo infatti che questo dispositivo vale da solo più della metà del fatturato di Apple.
Ma veniamo al dunque: per chiudere il giro dei conti del 2014, era indispensabile attendere i risultati trimestrali presentati ieri sera, risultati che, anche se riguardano gli ultimi tre mesi del 2014, per Apple rappresentano fiscalmente il primo quarto del 2015. Le attese degli analisti erano molto elevate proprio sul fronte iPhone, tant’è che, rispetto ai 51 milioni di unità vendute nello stresso periodo dell’anno precedente, ci si aspettava una crescita compresa tra il 20 e il 40 per cento, cioé vendite comprese tra i 60 e i 70 milioni di iPhone.
Le attese non sono state deluse, anzi, Apple è riuscita a fare ancora meglio: iPhone segna un nuovo record spostando l’asticella a quota 74,5 milioni, quasi il 50 per cento in più rispetto ai 51 milioni di iPhone venduti nello stesso trimestre di un anno prima, e quasi il doppio rispetto ai 39 milioni del trimestre precedente. Sarà difficile ripetere questi numeri, ma per adesso Apple si gode il momento buono e Cook (insieme ad Ive e a tutto il management attuale) si prendono una piccola rivincita nei confronti di chi ha dato contro certe scelte.
Ma andiamo oltre: nonostante la maggior parte del fatturato arrivi ormai dal mondo iOS, e in particolare dall’iPhone, Apple è anche Macintosh… in attesa dei nuovi MacBook che si attendono a breve (in particolare il nuovo MacBook Air, che dovrebbe segnare un punto di svolta in questa categoria di macchine) Apple riesce a vendere 5,5 milioni di Mac, il 9 per cento in più rispetto ad un anno fa. Si tratta della stessa cifra del trimestre precedente, segno che il trimestre natalizio ha premiato maggiormente altre tipologie di prodotto, ma si tratta comunque della conferma di un andamento positivo in un periodo in cui di novità non ce ne sono state. Come d’abitudine, non ci è dato di sapere la suddivisione delle vendite tra le varie macchine, il che rende pressoché impossibile azzardare qualsiasi analisi di dettaglio, anche se le previsioni di rilascio di nuove macchine portatili dovrebbero dar seguito a ulteriori crescite nel 2015.
Alla prova del nove era atteso l’iPad: dopo qualche trimestre in chiaroscuro in cui il confronto con gli anni passati era difficile anche a causa del cambio della data di lancio e dall’entrata in scena del modello mini, gli ultimi tre mesi del 2014 hanno confermato il trend calante del tablet della Mela: complessivamente, in tutto il 2014 sono stati venduti 63,4 milioni di iPad, contro i 74 milioni del 2013. Si tratta di una calo del 14 per cento, che nel trimestre in esame è in realtà pari al 18 per cento: 21,4 milioni contro i 26 milioni del Natale precedente. Certo, è sempre valido il discorso che un tablet si cambia meno spesso di un telefono, ma (in un mercato che è comunque in crescita) rappresenta un punto da analizzare per Apple, anche in vista del vociferato iPad-pro da 12″. Resta da chiedersi che fine farà l’iPad mini: snobbato dall’upgrade del processore nel corso dell’ultimo aggiornamento, incalzato dai cosiddetti phablet, e affiancato da un modello maggiorato, può anche essere che esca di scena prima del previsto, anche se personalmente sono convinto che potrebbe ancora trovare un suo spazio.
Maglia nera, inevitabile, il comparto iPod, che ormai non viene più menzionato tra la voci di fatturato ma rientra nel generico “altri prodotti” insieme ad Apple TV e gli altri accessori, inclusi quelli di Beats Electronics. Una nota di merito va invece all’AppStore e ai relativi servizi che già avevano annunciato qualche settimana fa il record natalizio ed ora confermano ufficialmente un incremento del 9 per cento che li spinge fino ai 4,8 miliardi di dollari di fatturato.
Globalmente Apple ha fatto segnare un fatturato pari a 74,6 miliardi di dollari, il 30 per cento in più rispetto ad un anno fa, realizzando il suo nuovo record storico. Parlando di utili, siamo alla quota record (in senso assoluto ) di 18 miliardi, che si traducono in 3,06 dollari per azione diluita, con un margine operativo lordo pari al 39,9 per cento, in crescita rispetto al 37,9 per cento di un anno prima. Il Consiglio di Amministrazione ha poi dichiarato che il 12 febbraio verrà pagato un dividendo cash pari a 0,47 dollari per azione ordinaria dell’azienda.
Nell’analisi per zone geografiche possiamo infine notare che la cosiddetta “grande Cina” (denominazione che include anche Hong Kong e Taiwan) cresce di una percentuale pari al 70 per cento, e con i suoi 16 miliardi di fatturato raggiunge quasi i 17 miliardi del vecchio continente europeo (mentre in testa c’è sempre il mercato americano con oltre 30 miliardi). Questo significa che Apple ha fatto molto bene a puntare verso questo mercato, anche se di fatto nessuna area geografica registra cali rispetto allo scorso anno: l’incremento più basso è quello dell’8 per cento del Giappone, mentre già passando al mercato europeo, l’incremento è pari al 20 per cento.
Sparisce, tra i dati forniti da Apple, l’indicazione del fatturato degli Apple Store, rendendo impossibile qualsiasi considerazione in merito (anche se tra incrementi globali delle vendite, e incremento del numero di negozi, il dato è sempre stato stato in crescita).
Come dicevano sopra, sarà difficile ripetere i numeri dell’iPhone, e considerando che proprio il melafonino pesa per ben il 68 per cento sul fatturato di Apple (perlomeno in questo trimestre, altrimenti siamo introno al 55 per cento) è indispensabile per Apple trovare nuove vie per diversificare il proprio business, prima che un passo falso dell’iPhone trascini l’intera Apple verso il basso.
A tal proposito, e in attesa di valutare le contromosse di Apple di fronte al calo di interesse verso l’iPad, si inserisce l’Apple Watch, ma questo è un altro discorso di cui parleremo di avanti: Tim Cook ha annunciato che le vendite dello smartwatch della Mela inizieranno solo ad aprile, quindi per il prossimo trimestre non ci sarà nessuna nuova voce nell’elenco dei dispositivi menzionati. Forse è anche per via di questo ritardo (oltre che al calo di vendite dell’iPad) che le quotazioni del titolo AAPL stanno calando del 3 per cento nell’after market, nonostante i numeri da record e le previsioni per il prossimo trimestre che parlano di un fatturato compreso tra i 52 e i 55 miliardi di dollari, cioè un incremento di almeno il 15 per cento rispetto al 2014.
Ora non resta che attendere le prossime novità della Mela.
Domenico Galimberti
blog puce72
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