Le ultime trimestrali di Apple hanno sempre offerto spunti di osservazione interessanti per capire come la società di Cupertino si sta muovendo, sia in rapporto a sé stessa e alle proprie strategie future, sia in rapporto al resto del mercato. Nei trimestri precedenti abbiamo visto una Apple sempre più forte nel settore smartphone grazie all’iPhone 6, una Apple sempre più forte in Cina, una Apple che tiene il mercato dei computer meglio della concorrenza e che continua a crescere nei servizi, e una Apple che invece tentenna sugli iPad.
La trimestrale attuale era attesa sia per avere conferme su quanto già evidenziato in passato, sia per capire come l’arrivo di nuovi prodotti quali Apple Watch potessero in qualche modo modificare certi equilibri, anche se in realtà, per il trimestre in esame, i dati dello smartwatch della Mela sono ancora parziali.
Ma partiamo dall’inizio: Apple ha macinato anche per questo trimestre l’ennesimo record, con poco meno di cinquanta miliardi di dollari di fatturato (per la precisione 49,6) e 10,7 miliardi di utile (pari a 1,85 dollari per azione diluita) che portano il margine lordo al 39,7 per cento. Nel raffronto con lo scorso anno, questo si traduce in un incremento di fatturato del 33 per cento e del 39 per cento sugli utili, dati superiori rispetto a quanto previsto tre mesi fa , quando si pronosticavano fatturati compresi tra i 46 e i 48 miliardi; nonostante ciò, nelle quotazioni a mercato chiuso, il titolo AAPL sta perdendo (nel momento in cui scriviamo) quasi il 7 per cento, e cercheremo di scoprire il perché nel corso di questo approfondimento.
Prima di proseguire diciamo subito che nei dati presentati non vengono esplicitati i numeri di Apple Watch, e questo ha probabilmente contribuito a rendere diffidenti osservatori e investitori. Va comunque segnalato che lo smartwatch della Mela è stato accorpato nella voce “altri prodotti” che include anche Apple TV, iPod e Beats Electronics, voce che (con un totale di 2,64 miliardi di dollari) segna un incremento del 56 per cento rispetto al trimestre precedente e del 49 per cento rispetto all’altro anno.
Tornando ai dati, la star del trimestre continua ad essere l’ iPhone , che con 47,5 milioni di unità vendute registra un incremento del 35 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014: questi numeri confermano la bontà delle scelte operate da Apple riguardo l’iPhone 6, bontà che si evidenzia ancor di più nell’incremento di fatturato del 59 per cento. Considerando che il prossimo modello dovrebbe avere un processore significativamente più potente, e altre novità interessanti come il Force Touch (in grado di aprire anche nuove possibilità di interazione) le premesse per continuare a far bene ci sono… e considerato che iPhone “pesa” per 31,4 miliardi di dollari, il 63 per cento dell’intero fatturato di Apple, è bene che continuino ad esserci. Tra l’altro l’uscita dei prossimi modelli richiederà che Apple riveda per intero la propria linea di offerta, decidendo quali dei vecchi modelli lasciare a listino, e come far evolvere la cosiddetta linea dei modelli colorati (quelli contraddistinti dalla lettera “c” nel nome). In ogni caso l’alto livello di vendite di iPhone si evidenzia anche nel confronto con la concorrenza , anche se il rovescio della medaglia è che questa forte dipendenza dall’iPhone potrebbe aver influito negativamente sulle quotazioni After Hours: lo scorso anno iPhone pesava per il 53 per cento del fatturato, numero già elevato che quest’anno è salito di altri dieci punti percentuali.
Per un dispositivo iOS che cresce, ce n’è però uno che cala, e cala ormai da diversi trimestri: l’ iPad . Anche in questo caso il tablet Apple cede il 18 per cento rispetto al 2014, scendendo a poco meno di 11 milioni di unità vendute. È vero che, come sostituto del computer, l’iPad è un oggetto meno soggetto all’invecchiamento (iOS 8 gira senza intoppi anche sugli iPad 2 del 2011) ma il calo d’interesse richiede che vengano prese delle contromosse, e il fantomatico iPad Pro da 13″ di cui tanto si è parlato potrebbe essere la risposta, anche se non sembra un prodotto destinato ad un pubblico molto consumer. In base ad alcune indiscrezioni, sembra in dubbio anche il futuro dell’iPad mini, seppur non a breve… Certo è che se Apple crede ancora in questo prodotto dovrebbe spingerlo con più convinzione e tenerlo aggiornato alle ultime soluzioni hardware disponibili: attualmente l’iPad mini utilizza ancora il processore Apple A7, e il Touch-ID è stato introdotto in ritardo.
Restando nel campo mobile, restano ancora due prodotti da analizzare, iPod, e Apple Watch. iPod era un prodotto in caduta libera e probabilmente rimane ancora tale, anche se non ci è dato conoscere i dettagli di vendita per comprendere se il calo riguarda tutti i modelli. Il recente aggiornamento della linea ci dice che Apple crede ancora che iPod possa avere un ruolo nel proprio ecosistema, perlomeno il modello Touch, l’unico che porta introiti anche dall’App Store e ne porterà da Apple Music, l’unico a ricevere aggiornamenti significativi; è possibile che iPod Touch possa giocare qualche ruolo anche in previsione di un prossimo aggiornamento della Apple TV, oppure che segua la via degli iPhone a schermo maggiorato per cercare una nuova identità, ma in questo momento, e senza numeri ufficiali sottomano, è impossibile spingersi in ulteriori considerazioni.
Parlando di Apple Watch , nelle ultime settimane se ne sono dette di tutti i colori: da presunti cali di vendite basati su dati mai realmente verificati, a stime che oscillavano dai tre milioni di unità (riferito solo agli USA) ai sei milioni in totale. Come al solito le somme si possono tirare solo avendo in mano dati certi, e Apple al momento non ha fornito alcun numero, limitandosi a precisare che le vendite sono andate oltre le aspettative e oltre il successo ottenuto ai tempi del lancio dei primi iPhone e dei primi iPad. Qualcuno potrebbe divertirsi a fare una stima in base all’incremento di fatturato registrato dalla voce che include Apple Watch, ma al momento vale forse la pena ricordare che si parla di dati relativi alla prima ondata di modelli, venduti solo in nove paesi: è vero che se tra questi nove paesi ci sono gli USA (storicamente molto favorevoli) e la Cina (cioè il mercato che sta registrando la maggiore crescita) ma è anche vero che nelle prime settimane di vendita gli Apple Watch arrivavano col contagocce. Un quadro più completo del successo (o meno) dello smartwatch di Cupertino si potrà avere probabilmente tra circa un anno, quando le vendite saranno a regime, le applicazioni native saranno diffuse grazie all’imminente Watch OS 2, e saremo forse alle prese con nuovo modello di orologio. Quello che è certo è che, sebbene in molti si stiano ancora chiedendo se uno smartwatch sia davvero utile o meno, è che Apple è riuscita a fare meglio della concorrenza .
Geograficamente parlando, Apple riesce a crescere in tutte le zone del mondo, anche se la Cina è paese dove si registra la crescita più imponente, con un incremento del 112 per cento, numeri che fanno salire sempre di più l’importanza del mercato internazionale rispetto a quello americano.
In tutto questo contesto non abbiamo ancora parlato di computer: i Mac, senza distinzione tra fisso o portatile, e senza alcun dettaglio sul nuovo MacBook , crescono del 9 per cento rispetto al 2014, e crescono anche del 5 per cento rispetto al trimestre precedente. Visto il calo degli iPad, i Mac riconquistano la seconda posizione in termini di fatturato (con poco più di 6 miliardi di dollari realizzati con la vendita di 4,8 milioni di unità), anche se sono incalzati a brevissima distanza dai servizi, altro settore in cui Apple è in continua crescita e che potrebbe crescere ulteriormente al termine dei tre mesi di prova gratuita di Apple Music. Al di là di questo, i dati di vendita dei Mac acquistano ancora più importanza se comparati con il resto del mercato dei PC, che a differenza di Apple registra un nuovo calo.
Concludendo con gli ultimi numeri della trimestrale di Cupertino, ricordiamo che il Consiglio di Amministrazione di Apple ha deliberato un dividendo cash pari a 0,52 dollari per ogni azione ordinaria della Società (dividendo che verrà pagato il 13 agosto agli azionisti registrati alla chiusura delle attività il 10 agosto 2015), mentre per il trimestre in corso si prevede un fatturato compreso tra i 49 e 51 miliardi di dollari, valore al di sotto delle stime degli analisti, che si aspettavano una previsione sopra i 51 miliardi. Anche quest’ultimo dato contribuisce probabilmente al calo delle quotazioni del titolo AAPL, ma finché i numeri di Apple sono quelli che abbiamo visto in questa trimestrale, ogni preoccupazione appare fuori luogo, anche se rimane la macchia nera degli iPad che richiederanno qualche nuova strategia per rinnovare l’interesse degli utenti.
Domenico Galimberti
blog puce72
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