Roma – Abbiamo parlato più volte in queste pagine dei problemi legati alla lenta crescita dei processori G4, problemi che hanno generato l’insorgere di numerose dicerie: dal fallimento di Apple stessa (notizia data per certa da almeno una decina d’anni, ma che non si è ancora verificata e difficilmente si verificherà in tempi brevi) all’adozione dei processori x86, possibilità sempre e comunque aperta ma che, secondo la mia opinione, potrebbe generare come diretta conseguenza il verificarsi della diceria precedente.
Leggendo i molti messaggi che puntualmente popolano i forum dei miei interventi capita sempre più spesso di imbattersi in lunghi flame Mac-vs-PC, diatribe in cui uno degli argomenti più gettonati dai sostenitori dei PC-Win è dato dalle presunte minori prestazioni delle macchine Apple. Parlo di “presunte” non tanto perché sia mia intenzione confutare i risultati di determinati test, ma in quanto credo che giudicare una macchina da semplici test sui benchmark sia riduttivo nei confronti della macchina stessa: le “prestazioni” andrebbero valutate in base a quello che la macchina ti consente di realizzare e a come ti permette di realizzarlo; ma questo è un altro discorso che non vorrei approfondire adesso (anche se sono sicuro che basteranno queste mie poche parole a scatenare le solite ?guerre di religione?).
Nonostante questo non si può nascondere il fatto che da qualche anno a questa parte numerose circostanze abbiano fatto sì che la “potenza pura” dei processori abbia avuto una maggiore crescita nella famiglia x86 piuttosto che in quella PowerPC (PPC), con conseguenze negative sull’immagine di Apple e del Macintosh.
Ora però la situazione potrebbe capovolgersi, in quanto Apple, nel contesto della tanto attesa Worldwide Developers Conference (WWDC), ha presentato delle nuove macchine basate sul G5, nome in codice del processore PPC970 realizzato da IBM. I PowerMac G5 saranno disponibili da agosto e potranno contare su un processore a 64 bit con frequenze iniziali da 1,6, 1,8 e 2 GHz (quest’ultimo nella configurazione dual processor), ma sono già previsti modelli fino a 3 GHz nel giro di 12 mesi. Il PPC970 può far girare nativamente anche le attuali applicazioni a 32 bit, con i dovuti vantaggi della nuova architettura.
Senza entrare in dettagli tecnici, comunque disponibili sul sito di Apple , vale la pena sottolineare che il nuovo processore è dotato di unità Altivec ottimizzate e di 2 unità floating point; l?architettura del nuovo sistema presenta un front-side bus a 1 GHz per singolo processore (un notevole incremento rispetto ai precedenti PowerMac G4), con un controller che consente ai dati di spostarsi direttamente tra i diversi sottosistemi, senza penalizzare le prestazioni del processore; inoltre i nuovi PowerMac G5 possono gestire fino a 8 GB di SDRAM DDR a 400 Mhz e 128bit (troughput di 6,4 Gbps), con notevoli benefici per tutto il sistema.
Maggiori prestazioni anche sull’archiviazione di massa, grazie all’adozione di unità Serial ATA da 80 e 160 GB. L’aumento della larghezza di banda coinvolge anche i bus di espansione, grazie all’adozione di PCI-X (tranne che nel modello entry level), che consente troughput fino a 2 GBps, e di AGP 8x (con nVIDIA GeForce FX5200 Ultra o ATI Radeon 9600 Pro). La comunicazione con l’esterno è assicurata da Gigabit Ethernet, FireWire2 da 800 Mbps, USB 2 e USB 1.1 (per tastiera e mouse) e modem 56k; non poteva mancare, ovviamente, il SuperDrive, in versione 4x. Ulteriore novità nel sottosistema audio, che può gestire sia il segnale analogico che quello digitale ottico.
Tirando le somme, l’architettura dei nuovi PowerMac G5 non dovrebbe presentare alcun collo di bottiglia e, consapevole di queste potenzialità, Jobs ha deciso di riprendere i confronti diretti con gli “avversari” PC, dimostrando sul palco la superiorità del PPC970 con un test su Photoshop. Ma i confronti non finiscono qui: sul sito Apple è stata realizzata un’ dove con test indipendenti e applicazioni di terze parti, si mette in risalto tutta la potenza del processore G5.
Il confronto diretto è tra il G5 (nelle sue varie configurazioni singole e dual), un Pentium 4 3 GHz e uno Xeon 3,06 GHz (anch’esso in configurazione singola e dual). I test eseguiti con SPEC CPU 2000 mostrano il G5 quasi sempre vincente, fatta eccezione per un test sul calcolo con numeri interi con processore singolo. Ma è sulle applicazioni reali che le nuove macchine danno il meglio di sé sfruttando tutta l’architettura nel suo insieme.
Un test eseguito su 45 filtri di Photoshop mostra che anche la configurazione meno potente, ovvero un singolo G5 da 1,6 GHz, esegue il compito con una velocità del 50% superiore rispetto al Pentium 4 3 GHz. Risultati simili si ottengono anche in campo audio, ma il gap diventa ancora più evidente con applicazioni scientifiche come BLAST e HMMer, software utilizzati per la comparazione delle sequenze di DNA e lo studio del genoma: in questo caso le nuove macchine Apple sono mediamente cinque volte più veloci dei loro concorrenti.
Probabilmente qualcuno mostrerà altri test che confutano i test eseguiti da Apple (anche se alcuni risultati mi sembrano alquanto ardui da “ribaltare”), ma ciò non farebbe che ribadire l’inutilità di determinati test, che poco hanno a che fare col reale “utilizzo” della macchina.
L’ultima cosa che resta da dire sulle nuove macchine riguarda il design: Apple, pur non rinunciando alle ormai classiche “maniglione”, ha optato per una linea minimalista, con linee pulite e squadrate, e un case in alluminio che potrebbe non piacere a tutti. Personalmente lo trovo molto gradevole, così come trovo ottima la decisione di dividere lo spazio interno in diversi settori a seconda della quantità di calore prodotto dai vari componenti, per procedere poi al raffreddamento con nove diverse ventole a bassa velocità, che assicurano un livello di rumorosità estremamente ridotto (la metà rispetto agli attuali G4).
Era inevitabile che la presentazione del G5 rubasse la scena agli altri annunci, ma il keynote è iniziato presentando molte altre novità. Restando in campo hardware, un annuncio inaspettato è stata la presentazione di iSight, una webcam firewire con risoluzione 640 x 480 pixel e 30 FPS disponibile con tre tipi di adattatore per fissaggio a iMac, Cinema Display e PowerBook.
In realtà qualche sito più ardito aveva pronosticato una simile presentazione, probabilmente confidando sul fatto che la prossima versione di iChat avrebbe implementato capacità audio/video. La nuova versione di iChat infatti contemplerà queste possibilità, e sarà solo una delle novità che troveremo in Panther, la prossima release di Mac OS X.
Panther sarà un sistema più veloce di Jaguar, ma soprattutto sarà un sistema a 64 bit, che permetterà di sfruttare ancora meglio le caratteristiche dei nuovi processori (i primi PowerMac G5 verranno venduti con una versione “intermedia” di Mac OS X): possiamo quindi aspettarci in futuro dei risultati ancora migliori rispetto a quelli ottenuti con i test di questi giorni. Il look della prossima versione di Mac OS X sarà più “metallico”, e l’interfaccia verrà arricchita con interessanti funzionalità. Ci saranno anche una nuova versione di Mail e dei codec per QuickTime, ma soprattutto ci sarà xCode, una nuova suite di tool per lo sviluppo di applicazioni ottimizzate per G5; xCode (ma anche GCC 3.3) sarà fornito con Panther, in vendita entro la fine dell’anno a 129$.
Sempre sul fronte software possiamo segnalare il rilascio della versione 1.0 di Safari, già disponibile per il download, così come la versione beta di iChat AV (quest’ultima sarà compresa in Panther ma venduta anche separatamente).
L’apertura di questo WWDC ci ha regalato molte novità, ma nello stesso tempo ci si aspettava anche qualcosa che non è arrivato… Il grande assente di questo keynote è il nuovo Powerbook 15″, atteso ormai da 6 mesi ma ancora latitante. Visto il forte ritardo rispetto alle aspettative, diventa ormai difficile trovare le motivazioni di tale situazione. Possiamo ipotizzare diversi scenari, uno più semplice e uno più fantasioso (o azzardato). L’ipotesi più semplice ci dice che l’attuale Titanium vende ancora bene, per cui non c’è fretta di rimpiazzarlo; in ogni caso le scorte a magazzino stanno terminando e il nuovo Aluminium 15″ è già pronto e verrà presentato a breve: si è voluto semplicemente evitare di mettere “troppa carne al fuoco” durante la WWDC.
L’ipotesi più azzardata riprende invece una possibilità già esposta qualche tempo fa Con la presentazione del G5, le macchine basate su G3 (o perlomeno sull’attuale famiglia di G3 che non implementa le istruzioni Altivec) potrebbero non aver più ragione di esistere. Non è possibile però montare sia sugli iBook che sui PowerBook dei processori G4, in quanto le macchine diventerebbero troppo simili: gli iBook monteranno i G4 solo quando i PowerBook saranno a 64 bit. Se quest’ipotesi può essere veritiera, sarebbe inutile rinnovare adesso il Titanium per rilasciare subito dopo una nuova versione con processore G5.
Concedendo ad Apple il tempo necessario per la migrazione da una generazione all’altra, all’inizio del prossimo anno potremmo quindi avere iBook con configurazione simile agli attuali PowerBook 12″, una nuova linea di PowerBook con G5 a 1,6 GHz (o al limite con G4 di pari frequenza), degli iMac con G4 a 1,4 GHz (la massima frequenza degli attuali PowerMac), e delle nuove versioni di PowerMac G5 con frequenze intorno ai 2,4GHz. Ma prima di allora ci aspettano sicuramente altre novità: 6 mesi nel campo informatico sono un periodo lunghissimo e Steve Jobs ci ha abituato a sorprese (più o meno eclatanti) con scadenze molto più brevi.