A settembre del 2020, era stata depositata una causa contro Apple secondo cui le emoji multietniche e inclusive realizzate dall’azienda violavano i diritti d’autore detenuti dalla Cub Club Investment (CCI). Adesso, però, il giudice federale della California Vince Chhabria ha respinto le accuse in questione per mancanza di dimostrazioni.
Apple VS CCI: vice la “mela moriscata”, nessuna violazione di copyright
La causa affermava che il marchio “the world’s first diverse emoji” era stato inventato da Katrina Parrott, fondatrice di Cub Club Investment, che lo aveva utilizzato per la prima volta nel 2013, con il lancio di un’app chiamata iDiversicons e comprensiva di centinaia di emoji con 5 diverse tonalità della pelle. Cub Club Investment deteneva più di 20 diritti d’autore e al tempo disponeva di tre domande di brevetto in sospeso. Nel 2014, tra Katrina Parrot e Apple si sarebbe discusso di una partnership, ma l’azienda della “mela morsicata” avrebbe rifiutato la collaborazione procedendo poi in autonomia.
Nella sua sentenza integrale, il giudice dichiara che pur supponendo che le accuse contenute nella denuncia siano fondate, l’idea è tutto ciò che Apple ha copiato, cosa che non può in alcun modo essere protetta da diritto d’autore, ma solo ed esclusivamente dall’attuazione. Riportiamo di seguito le affermazioni esatte.
Non ci sono molti modi in cui qualcuno potrebbe implementare questa idea. Dopotutto, ci sono tanti modi per disegnare un pollice in su.
La Cub Club Investment, dunque, non possiede diritti di marchio tutelabili per le sue emoji. Si tratta piuttosto di diritti d’autore deboli, facenti riferimento al modo in cui vengono disegnate le emoji e quelle realizzate dal gruppo di Cupertino non sarebbero abbastanza simili da terminare una violazione di copyright. Il giudice ha comunque concesso a Cub Club Investment la possibilità di emendare la causa, pur dichiarandosi scettica riguardo un esito positivo.