Roma – Anche l’Apple Expo di Parigi è passato e non possiamo dire che non abbia lasciato il segno: fra gli annunci più importanti c’è stata la conferma dell’ apertura europea dell’iTunes Music Store, la presentazione ufficiale al grande pubblico di Tiger e quella dell’attesissimo iMac-G5 . Annunci che hanno fatto seguito al lancio degli iPod rimarchiati HP e alla firma di un accordo fra Apple e Motorola che porterà iTunes nel mondo della telefonia cellulare.
L’apertura dell’iTunes Music Store europeo prevista per ottobre è una notizia che era già stata annunciata all’inizio dell’estate, ma è stato un bene ribadirla in un contesto ufficiale come l’Apple Expo, in quanto il mercato della musica digitale si trova in un momento di forte crescita. La concorrenza sta affilando le unghie e se Apple vuole mantenere la posizione dominante conquistata, non può permettersi di sbagliare un solo colpo, né di restare scoperta su qualche fronte.
Uno dei grandi vantaggi di Apple è quello di aver creato l’abbinata iPod – iTunes Music Store, e di essere stata la prima a proporre una simile idea ai propri clienti; in questo modo l’iPod spinge le vendite dell’iTunes Music Store, e l’iTunes Music Store spinge le vendite dell’iPod, al punto che in certi paesi trovare in vendita un iPod-mini è quasi un’impresa.
Sony sta provando ad attuare la stessa strategia, ma le cose non funzionano come dovrebbero e i suoi utenti non sembrano molto soddisfatti (né del player, né del negozio musicale).
Real, dopo aver tentato senza successo di “unirsi” ad Apple in questo settore, ha deciso di combatterla a viso aperto , ma nonostante abbia dimezzato i prezzi dei propri brani (andando volutamente in perdita) non ha ottenuto grossi risultati. Il forum del suo sito ha ricevuto più messaggi contrari che favorevoli, messaggi in cui veniva espresso il parere comune che Real volesse semplicemente “sfruttare” il successo dell’iPod per il proprio negozio musicale.
Una delle cose meno lodevoli dell’iniziativa di Real è che, nonostante inneggi alla libertà di scelta, il suo negozio di musica risulta accessibile solamente agli utenti di Windows (cosa facilmente verificabile da chiunque possiede un Macintosh collegandosi a www.real.com/musicstore/ ).
E, parlando di Windows, arriviamo anche a Microsoft e al suo negozio di musica on-line, MSN Music , lanciato (seppur in versione preliminare) la scorsa settimana. Nonostante il formato protetto adottato da Microsoft permetta la riproduzione su innumerevoli dispositivi, anche Microsoft ha tentato la strada dell’accordo con Apple, ma non essendoci riuscita ha pubblicato sul proprio sito un annuncio dove spiega come trasferire sull’iPod i brani scaricati dal proprio sito. Il “trucco”, di per sé, non è nulla di particolare: si tratta semplicemente di realizzare un CD audio, eliminando di fatto le protezioni, e importare successivamente le tracce nell’iPod, che legge senza problemi i comuni formati musicali non protetti. Per inciso, il trucco funziona con qualsiasi formato protetto che consenta di creare CD audio, ma è significativo il fatto che Microsoft si preoccupi di fornire le informazioni basilari per assicurare la compatibilità con un dispositivo prodotto da un suo diretto concorrente.
Nonostante tutti i precedenti rifiuti, pare comunque che Apple possa essere interessata ad un eventuale accordo con Sony. Per Apple i vantaggi sarebbero innumerevoli: avrebbe un grosso alleato per le future battaglie, un alleato con forte influenza sul mercato giapponese, e un concorrente in meno per l’immediato futuro (e qui puntualizzerei anche il fatto che l’ormai prossima Playstation portatile avrà anche la capacità di riprodurre file musicali). Di contro Sony si ritroverebbe la possibilità di vendere brani musicali per il player più diffuso e potrebbe contare su Apple per ampliare il proprio mercato in USA ed Europa.
La presentazione di Tiger era già avvenuta durante la WWDC, ma la manifestazione parigina è un evento dedicato al grande pubblico, non solo agli sviluppatori, ed era giusto mostrare in questo contesto l’evoluzione del nuovo sistema che arriverà nella prima metà del prossimo anno.
L’annuncio appare ancora più significativo se si considera che Microsoft ha di recente comunicato che Longhorn uscirà nel 2006 e che, per rispettare i tempi, verrà privato di quella che forse era l’innovazione più importante: il nuovo file-system WinFS.
Tiger uscirà nel 2005, e anche se non si conoscono ancora le date precise, possiamo dire che verrà rilasciato grosso modo un anno prima di Longhorn: tra le centinaia di nuove caratteristiche di Tiger ci sarà Spotlight, ovvero un sistema di indicizzazione dei dati che dovrebbe offrire molte, se non tutte, le principali caratteristiche di WinFS.
Ma veniamo al vero principe di questo Apple Expo, ovvero l’iMac G5. Prima di scrivere queste righe ho letto su vari forum le impressioni degli utenti.
Quando uscì il primo iMac-G3 tutti furono soddisfatti da design e prezzo, ma ci fu qualcosa da ridire sull’hardware: sparì il floppy, sparì la SCSI, la scheda video era ridotta al minimo e comparve la USB come unica porta, anche se le periferiche ancora scarseggiavano.
La seconda generazione di iMac-G4 (detta anche iLamp per la sua forma particolare) era un concentrato di tecnologia e di design, ma questo si ripercosse sul prezzo, tanto che Apple si preoccupò di realizzare una nuova macchina entry level, l’eMac (inizialmente destinato al solo mercato educational), che con il suo schermo CRT permetteva di contenere i prezzi.
Sotto certi aspetti il nuovo iMac G5 torna ad abbracciare la filosofia della prima serie, pur non abbandonando quanto di buono realizzato con la seconda generazione. Innanzitutto il prezzo è sceso di 300-400 euro rispetto ai modelli precedenti, e il design (nonostante lo schermo LCD) è più vicino a quello dell’originale all-in-one. Le dotazioni hardware sono però di tutto rispetto, soprattutto per quanto riguarda l’adozione del processore G5 a 64 bit e l’incredibile ingegnerizzazione che ha permesso di realizzare un computer così sottile da apparire un tutt’uno con il monitor.
Anche il nuovo iMac raccoglie comunque la sua dose di critiche: se sul prezzo non si può dir nulla, il design incontra pareri contrastanti e la scheda video da soli 64 MB è forse l’unica pecca nella dotazione hardware. Almeno sui modelli top di gamma una scheda grafica da 128 MB avrebbe fatto una figura migliore, ma prima di esprimere giudizi sarebbe meglio attendere l’arrivo dei primi modelli per metterli alla prova.
Sicuramente, per tenere un prezzo così basso e realizzare una macchina così sottile, qualche compromesso andava pur fatto, e sebbene non siano ancora noti tutti i dettagli delle specifiche tecniche, s’intuisce che anche la scheda madre ha le sue differenze rispetto ai PowerMac G5 (basta guardare, per esempio, la velocità del front-side bus).
A livello estetico, personalmente avrei preferito un case in alluminio satinato (magari negli stessi colori dell’iPod-mini), ma era quasi scontato che il policarbonato bianco l’avrebbe fatta da padrone, in quanto l’alluminio, se escludiamo l’iPod, sembra riservato alle macchine di fascia professionale. Le possibilità di orientamento del monitor (e quindi di tutto il computer) sono inferiori rispetto all’iMac precedente, ma non lo considero un grande difetto. Piuttosto mi lascia un po’ perplesso la banda di plastica bianca nella parte inferiore: avrebbero potuto inserire le casse negli angoli inferiori, per creare un po’ di movimentazione nella linea, ma forse era proprio quello che volevano evitare.
Nel complesso mi sembra comunque un’ottima macchina: il design è pulito e lineare, la dotazione hardware completa, la potenza assicurata dal processore G5, e il prezzo sensibilmente ridotto. Se in passato, acquistando macchine desktop, mi sono sempre rivolto ai PowerMac, oggi sceglierei senz’ombra di dubbio un iMac. Probabilmente la scheda video verrà aggiornata nella prima revisione della macchine, ma credo che anche l’attuale possa dire la sua senza grossi problemi nella maggior parte delle situazioni.
L’opinione generale di utenti e osservatori è positiva, e tutte queste notizie non possono che far bene alle quotazioni borsistiche di Apple: nonostante le già ottime prestazioni fatte segnare nell’ultimo anno, un ulteriore incremento ha portato le azioni vicine ai 36 dollari, e alcuni analisti le danno in crescita addirittura fino ai 50 dollari (anche se personalmente ritengo questo pronostico un pochettino azzardato). In ogni caso, a conferma dell’ottimismo che regna intorno al titolo AAPL, possiamo osservare come le quotazioni abbiano superato senza scossoni tutte le situazioni spiacevoli dell’ultimo periodo, come il periodo estivo senza iMac, il richiamo di batterie difettose, e la malattia di Steve Jobs.
Ora non resta che attendere la consegna dei primi iMac G5, le impressioni d’uso, i dati di vendita e i risultati fiscali. La mia impressione è che il buon periodo iniziato un paio di anni fa possa continuare senza intoppi per altri 12-18 mesi: è difficile fare previsioni che vadano oltre questo arco temporale vista la rapida evoluzione del settore informatico, ma sicuramente Apple sarà ancora lì a presentare qualcosa di nuovo che possa soddisfare i propri utenti.