Roma – Due ex-dipendenti agli Apple Store di New York e Los Angeles in un’agguerrita class action contro il gigante di Cupertino, accusato di aver trattenuto decine di ore non retribuite per le sue perquisizioni obbligatorie alla ricerca di eventuale materiale rubato all’interno dei suoi punti vendita sul suolo statunitense.
Avviata presso una corte federale di San Francisco, l’azione collettiva ha denunciato le pratiche adottate dalla Mela per il controllo delle borse personali dei suoi dipendenti, obbligati a mettersi in fila anche per 30 minuti al giorno. Stando ai calcoli presentati al giudice californiano, Apple avrebbe sottratto un volume di tempo lavorativo (non pagato) per un valore di 1500 dollari all’anno .
Il produttore statunitense è stato dunque accusato di violazione del Fair Labor Standards Act oltre che delle singole leggi federali nello stato di New York e in quello della California. Non è però stato specificato il totale che la Mela dovrebbe versare come forma di risarcimento per il salario sottratto ai dipendenti. Nessun commento ufficiale da parte dell’azienda di Cupertino. ( M.V. )